Leggiamo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’assessore al turismo Giulia Puglia sull’andamento della stagione appena trascorsa. Il trend ,se cosi lo vogliamo denominare, è ,ovviamente, scontato si parla solo e soltanto di successo del fare del governo Mellone & Co. che annovera ,sempre e comunque, quella propositività spinta, ostentata che solo gli sprovveduti magari con la tessera, ergo certificati, possono pendere letteralmente dalle parole architettate ad hoc nel +35% di presenze totalizzate nella stagione estiva 2017 . Non lo mettiamo in dubbio che la tassa di soggiorno (+25%)e le tabelle complete (+35%)di numeri siano li a certificare un dato certo.
Si ha la sensazione epidermica che se da un lato c’è un evidente presenza di individui che in ogni dove si nota la loro fattibile entità, i numeri appaiono sempre più un’astrazione come se il lettore,beone, deve solo prestare fede alla mirabolante evoluzione di causa effetto di eventi, location e proposte che solo il governo Mellone ha imbastito, solo loro hanno la forza di svilupparlo in un territorio dove tutto, apparentemente, funziona all’unisono, in quella visione paradisiaca con un turismo che macina profitti e , di conseguenza, impingua nell’indotto posti di lavoro.
Se così fosse hanno realizzato una sistema lavorativo Panacea della disoccupazione dilagante e palpabile che esiste sul nostro territorio. Se così fosse avremo un evidente PIL che farebbe invidia a città turistiche blasonate tanto da investirlo sul territorio in servizi pubblici come mezzo per una rimodulazione mirata per mantenere alto ed efficiente la macchina complessa che funziona sotto il nome: turismo made in Nardò.
La realtà, purtroppo, parla d’altro. Una stagione affollata che nel periodo Luglio- Agosto il nostro territorio traboccava di eventi e di una presenza fisica evidente a tal punto da non rendersi conto delle mille problematiche che attanagliano i servizi sempre e comunque spina nel fianco di ogni amministrazione che ha dovuto fare i conti con la latitanza cronica di una programmazione di risorse e concertazione con le parti coinvolte nell’indotto. Anche perché quello che ci accingiamo a scrivere non è accaduto a Nardò ma da qualche parte imprecisata del pianeta ?
Una stagione estiva partita in sordina con il decoro urbano legato a doppio filo a quella intramontabile moda dell’improvvisazione ,senza arte ne parte, che colpisce nello stomaco anche i più tolleranti visitatori che vengono a trovarci per trascorrere un periodo di soggiorno.
Manutenzione che va oltre come la latitanza del sistema della raccolta differenziata nelle marine. Paradosso vederla applicata, per chi da Nardò percorre le arterie viarie per recarsi a Santa Maria al bagno o Santa Caterina, ma fermarsi magicamente alle porte delle note località marine che ricordiamo tracimano di presenze. Il motivo di tanta improvvisazione?
A quanto è da sapere sembrerebbe i costi che comporta dispendio di risorse umane, gli operatori ecologici, e dei bidoncini . Pertanto si conosce perfettamente il problema, se è stata censita l’utenza e la mole di rifiuti che prevedono una programmazione nella raccolta differenziata, ma guarda caso si è preferito , sempre se si conoscono i dati, lasciare tutto com’era prima del 19 giugno 2016.
Per non menzionare la pessima cartolina regalata con una sistematica faciloneria al turista di turno. Le marine asservite da cassonetti a schiera o peggio ad improvvisate aree ecologiche,vedasi,per esempio, il comparto 53 area mercatale di S.Maria, dove il solito portoghese dei rifiuti ha mantenuto alto il nome di “zozzone” tanto da dover ricorrere ad azioni “coraggiose” che hanno stanato con l’ausilio della video sorveglianza, cittadini che non amano o peggio non sono censiti come contribuenti in questa città. Ma il problema permane. Anche la presa di posizione di cittadini indignati non ha sortito attenzione e comportamenti da chi oggi ostenta tabelle e percentuali. Si naviga a vista; nessuna programmazione o meglio azioni che mettano in evidenza il cambiamento di rotta da vecchie concezioni che a quanto pare restano radicate tra gli scranni di governo.
Un’altra riprova risiede nelle azioni legate alla programmazione del controllo del territorio e della viabilità .
Non è sfuggito come il controllo del territorio sia rimasta lettera morta alla voce programmazione estiva.
Si è percepito ,benissimo, la mancanza di un architettura ragionata fra azioni preventive e presenza da parte di una polizia locale necessaria a rendere palpabile l’azione del “Chi controlla chi”.
Un esempio, se parliamo di introiti sulla tassa di soggiorno, possiamo annoverare la scelta ,discutibile, di non asservire strategicamente le nostre strade di “fotored” che avrebbe rimpinguato non poco le casse comunali e reso un servizio visibile in quel controllo del territorio da anni disatteso. Causa effetto che danno la dimensione vera di come la stagione estiva sia ancora deficitaria di operazioni mirate a garantire risposte certe su chi decidendo di soggiornare nel nostro territorio ha la percezione di trovarsi veramente in un luogo unico e irripetibile dove la vocazione turistica culturale, ludica creativa è asservita da servizi a cui la tassa di soggiorno è fortemente motivata ma che le inadempienze provano il contrario.
Desideriamo chiudere questa nota riproponendovi le parole dell’assessore al turismo della regione Puglia, Loredana Capone. Le condividiamo e sono un suggerimento che probabilmente i nostri giovani amministratori hanno fatto loro, metabolizzando il concetto che a più riprese l’attenta e propositiva Capone espone nel suo intervento. Non esiste turismo senza una programmazione che includa offerta commisurata alla domanda. Non esiste turismo se in casa nostra non iniziamo a cambiare modo di pensare ma soprattutto di agire con una programmazione,ovviamente, certa…
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