Con dichiarazioni rilasciate ai mezzi di informazione e con l’affissione di mega manifesti, il sindaco di Nardò ha annunciato di aver venduto, per l’importo di circa un milione e seicentomila euro, un immobile comunale mai utilizzato, costruito molti decenni fa e destinato inizialmente ad ospitare un gerontocomio.

Dalle dichiarazioni e dai manifesti di propaganda del sindaco Mellone si apprende che la vendita del vecchio immobile sarebbe cosa fatta e che la società privata acquirente si impegnerebbe a realizzare, in quello stabile, servizi sanitari e socio sanitari, quali una palestra, un servizio “dopo di noi”, una RSA/RSSA, un punto nascite, come precisamente previsto in un progetto presentato dalla società De Nuzzo & C. Costruzioni, alla quale è stata provvisoriamente affidata, con determina dirigenziale del 27 giugno 2018, la vendita dell’immobile stesso.

Il costo complessivo delle opere di ristrutturazione dello stabile e della concretizzazione di detti servizi ammonterebbe appunto a circa un milione e seicentomila euro. Da ciò si evince chiaramente la natura di permuta dell’operazione e anche che lo stabile non sarebbe stato ancora “venduto” e che il comune di Nardò non otterrà nessun introito di denaro contante.

L’intero scenario di questa operazione presenta diverse incongruenze. Innanzi tutto è inverosimile che un punto nascite privato – del quale le autorità sanitarie competenti sembra non abbiano avuto notizia e che dovrebbe comunque prevedere obbligatoriamente una organizzazione di tipo ospedaliero per strutture, strumentazioni e risorse professionali – possa beneficiare dell’accreditamento da parte della Regione Puglia, proprio nel momento in cui la Regione stessa sta sopprimendo punti nascite di ospedali pubblici, fra le proteste delle comunità e degli operatori sanitari e in presenza, per di più, di una situazione di estrema difficoltà ad allargare, in sede di programmazione relativa alle strutture sanitarie regionali, le maglie degli accreditamenti ai privati. Chi può aver garantito o magari soltanto promesso a Mellone o ad altri soggetti una futura convenzione regionale in favore della progettata nuova struttura sanitaria privata?

Inoltre, perché il sindaco Mellone, invece di compiacersi di una RSA privata (a pagamento), non si adopera presso le sue conclamate amicizie in Regione per l’istituzione della Residenza Sanitaria Assistita all’interno del Presidio di Nardò, come espressamente previsto negli impegni che Regione e ASL hanno assunto da vari anni nei confronti del Comune di Nardò?

Al Presidente della Regione, il quale ha trattenuto per sé la materia della sanità, chiediamo di esprimersi sulla eventualità che possa essere concesso l’accreditamento ad un punto nascite privato, nel momento in cui vengono chiuse analoghe strutture pubbliche, confermando o smentendo le vanagloriose esternazioni del sindaco suo amico Mellone.

Bari, 5 luglio 2018                                            Ernesto Abaterusso

 

Consiglio regionale della Puglia

 

 

Al Presidente del

Consiglio Regionale della Puglia

 

SEDE

 

 

 

OGGETTO: In merito alla presunta apertura di un punto nascita a Nardò

 

 

INTERROGAZIONE URGENTE

 

Il sottoscritto Consigliere regionale, Ernesto Abaterusso

 

 

Premesso che:

 

  • Con recenti dichiarazioni a mezzo stampa il Sindaco di Nardò ha annunciato la prossima apertura, in uno stabile inizialmente destinato a ospitare un gerontocomio, di servizi sanitari e socio-sanitari tra i quali anche un punto nascite privato accreditato dalla Regione Puglia;

 

  • Tale annuncio ha avuto un effetto sulla popolazione neretina poiché contrasta con gli impegni previsti nel protocollo a suo tempo sottoscritto tra Regione Puglia, Asl e Comune di Nardò che, tra l’altro, prevedeva l’istituzione di una RSA (Residenza Sanitaria Assistita) all’interno del presidio ospedaliero di Nardò.

 

Tenuto conto che:

 

  • Con il Decreto Ministeriale n. 70, meglio noto come «decreto Lorenzin», si è proceduto all’individuazione e definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera e che per effetto di tale decreto la Regione sta procedendo alla chiusura dei «punti nascita» che non registrano un numero di parti su anno, pari o superiori al numero imposto dal Decreto in questione. Il tutto tra le proteste degli amministratori locali e delle popolazioni da tempo impegnate in una strenua difesa dei servizi sanitari;

 

  • Le stesse autorità competenti, interpellate verbalmente, si sono mostrate perplesse non avendo avuto alcuna notizia in merito a detto punto nascite privato.

 

Evidenziato che:

 

  • I cittadini di Nardò meritano, da parte delle istituzioni e di chi amministra la cosa pubblica, più chiarezza e la messa in campo di una politica basata sulla lealtà e la trasparenza.

 

Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale, nella sua veste di Assessore alla Sanità, per sapere:

 

 

  • Se è a conoscenza delle dichiarazioni fatte dal Sindaco di Nardò;

 

  • Se il Presidente Emiliano conferma o smentisce tali dichiarazioni e, al fine di fare chiarezza, comunichi ai cittadini di Nardò e ai pugliesi se è vero che la Regione sta procedendo alla concessione di accredito a un punto nascite privato, nel momento in cui vengono chiuse analoghe strutture pubbliche su tutto il territorio regionale.

 

 

 

Bari, 5 luglio 2018                                                      Ernesto Abaterusso

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Ultimo aggiornamento: 02/01/2025
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