Nardò, 21 maggio_ Secondo Marcello Risi “il Comune di Nardò dovrà risarcire danni per decine di migliaia di euro ai dirigenti”. Non solo, “il Comune è stato messo k.o. con ben sei pronunciamenti”. Non sono in grado francamente di decifrare con certezza affermazioni così deliranti, così evidentemente false. Delle due l’una: non conosce la materia o più probabilmente non ha studiato le carte. C’è anche una terza ipotesi, verso la quale personalmente propendo: Risi nel 2020, da alfiere di una classe politica e amministrativa fallimentare e sconfitta, pensa di parlare ancora a gente con l’anello al naso e la sveglia al collo. Come succedeva nel ‘900. È doveroso allora spiegare ai neretini come stanno le cose, visto che qualcuno fa il furbo. Ovviamente lo faccio dopo essermi adeguatamente documentato.

Qundi, carte alla mano, i tre ex dirigenti comunali hanno instaurato due cause: una davanti al Giudice del lavoro e una al Giudice amministrativo. In quella davanti al Giudice del lavoro hanno chiesto l’annullamento degli atti con cui la giunta Mellone decise di affidare loro nuovi settori e un risarcimento danni pari a 335 mila euro, oltre interessi legali. Il Giudice del lavoro, con la sentenza dell’altro giorno, ha respinto queste domande, dichiarandole inammissibili. Davanti al Giudice amministrativo i dirigenti hanno chiesto l’annullamento degli stessi atti e hanno soltanto dichiarato l’intenzione di proporre una domanda risarcitoria conseguente. Il Consiglio di Stato, con le sentenze n. 3802/2019, n. 3803/2019 e n. 3828/2019, non ha condannato il Comune di Nardò, come falsamente sostiene Risi, ma ha solo dichiarato la competenza del Giudice amministrativo a decidere la vicenda. In seguito il Tar, con le sentenze n. 149/2020, n. 150/2020 e n. 151/2020, ha annullato gli atti di affidamento dei nuovi settori senza riconoscere alcun risarcimento ai dirigenti. Queste ultime tre sentenze, sono state appellate al Consiglio di Stato (Risi evidentemente non lo sa) e, quindi, non hanno natura definitiva.

Pertanto, ad oggi, a differenza di quanto incredibilmente dice Risi, non esiste alcuna condanna risarcitoria nei confronti del Comune. Non esistono neanche richieste risarcitorie dei dirigenti, visto che l’unica che hanno finora avanzato è stata dichiarata inammissibile dal Giudice del lavoro. Non esistono sei pronunciamenti sfavorevoli per il Comune, ma solo tre che sono sub judice e per i quali si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato, a meno che Risi, da brillante uomo di diritto o più probabilmente da moderno aruspice, non ne conosce già l’esito. Questo dicono le carte e le sentenze. Il resto sono fandonie di Marcello Risi.

Esiste, invece, un indubbio miglioramento e ringiovanimento della macchina amministrativa che i cittadini toccano con mano giorno per giorno. Questa è l’unica cosa che dovrebbe interessare a chi ha veramente a cuore le sorti della città (ma non è il suo caso) invece che il suo tornaconto politico.

Un tempo Risi si distingueva per lo stile forse un po’ ammuffito, ma quanto meno elegante. Ora non gli è rimasto neanche quello, visto che, sconfitto da Mellone e profondamente umiliato dai risultati di questa amministrazione, getta fango e accuse senza il minimo fondamento. Ad esempio, quella che Mellone avrebbe colpito i dirigenti per scopi “assai più torbidi”. Da operatore del diritto, dovrebbe sapere che se è a conoscenza di certi fatti, dovrebbe denunciarli alle autorità competenti. Aspettiamo che lo faccia, altrimenti meglio che taccia.

Gianluca Fedele
Capogruppo Andare Oltre
Consiglio comunale di Nardò

 

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