8 luglio_ Di Paolo Alberto Valenti & ansa_ Con una marcia sui luoghi dei fatti parenti e sopravvissuti ricordano quello che avvenne nel luglio 1995 a Srebrenica, cittadina nell’est della Bosnia Erzegovina, quando i soldati serbobosniaci guidati dal generale Mladić massacrarono ottomila fra uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana. Quello di Srebrenica è ricordato come il più grave massacro avvenuto in Europa dalla seconda guerra mondiale. La giustizia internazionale lo ha qualificato come atto di genocidio. “Questa marcia per me è importante – racconta un sopravvissuto – tornare qui 25 anni dopo, vedere dove ho camminato, con gli amici, i parenti, mio fratello allora 19enne, fuggivamo da Srebrenica. Dio proibisca che questo accada ancora”.
Il tormento e la memoria della guerra nella ex Yugoslavia
L’11 luglio 1995 le truppe del generale Ratko Mladić entrarono nella cittadina di Srebrenica. Uomini e ragazzi dai 14 ai 78 anni furono separati da donne, bambini e anziani, per poi essere uccisi e gettati in fosse comuni. Il numero ufficiale delle vittime è 8372.