Il raggiunto , nei giorni scorsi, “accordo” tra Nardò e Porto Cesareo per affrontare in modo unitario Regione e Aqp che vogliono a tutti i costi portare avanti il collettamento a mare delle acque affinate provenienti dal futuro depuratore consortile non offre alcuna certezza che l’opera progettata non possa essere riproposta secondo la programmazione prestabilita. Certamente una partecipazione più numerosa e coesa darà sul tavolo delle trattative una forza maggiore ma non la sicurezza di vincere contro i poteri decisionali rappresentati da Regione e Aqp.

A dare risalto a questa convinzione, nonostante la protesta cittadina di questa sera che si terrà in piazza Della Repubblica a Nardò , le notizie apparse sulla stampa di oggi che mettono in evidenza atteggiamenti che non fanno in alcun modo presagire un possibile cambiamento di rotta sulle famigerate condotte sottomarine da parte di Aqp . L’articolo presente sul Quotidiano di Taranto ha dato ampio spazio alla notizia dove il sindaco di Manduria è stato costretto, suo malgrado, a conferire mandato ad un legale per opporsi al ricorso al Tar presentato dall’ Acquedotto Pugliese contro la delibera della Capitaneria di Porto di Taranto che negava alla proponente l’utilizzo dell’area presa in considerazione per la costruzione della condotta sottomarina.

Il comportamento del primo cittadino è una conseguenza dell’ambiguità evidenziata dall’ente che in regione aveva manifestato la disponibilità di rivedere lo sbocco a mare per l’impianto consortile di Avetrana–Manduria ma di fatto non aveva mai sospeso l’iter giudiziario intrapreso, forse in attesa che i comuni interessati non potessero opporsi per sopraggiunta decorrenza dei termini.

Ancora più eclatante e forte è la voce giunta da Brindisi attraverso le dichiarazioni ultime del Presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, il quale ha affermato che dai risultati pervenuti da un monitoraggio avvenuto nei giorni scorsi da parte di Goletta Verde sulla qualità delle acque lungo tutto il litorale brindisino sono emersi gravi livelli di contaminazione nelle acque antistanti Fasano – Forcatelle e Torre Guaceto dove i parametri limite per il divieto di balneazione sono stati ampiamente superati di oltre il doppio secondo le misure imposte per legge. A porre ulteriore sconcerto è la soluzione proposta dallo stesso Ferrarese di utilizzare la condotta sottomarina realizzata da oltre venti anni e mai entrata in funzione dopo un ulteriore allungamento di 700 metri di quella esistente per l’impianto consortile di Carovigno.

Un’ ipotesi tanto assurda che fa capire quanto il partito della condotta sia radicato negli ambienti politici pugliesi.

Sicuramente questa notizia getterà ombre, dubbi e smarrimento su chi credeva che la soluzione ottimale potesse essere quella di prendere come esempio il depuratore di Fasano – Forcatelle come impianto avveniristico e all’avanguardia per riproporlo a servizio della nostra città e della vicina marina di Porto Cesareo.

Pensare che un affinamento ad alto livello possa contaminare il mare tanto da inibire la balneazione fa riflettere poi su quali disastrose conseguenze si possano certamente verificare con un affinamento inferiore e quasi tal quale previsti dal protocollo d’intesa sottoscritto dalla vecchia amministrazione neritina. Un’idea questa che se attuata fa inorridire e salire la voglia di combattere con tutte le armi a disposizione dei cittadini.

In virtù di questi ultimi avvenimenti rivolgiamo un accorato appello ai governi cittadini interessati per fare fronte comune contro queste opere che distruggono l’eco sistema marino e di conseguenza l’economia di un intero territorio.

Dobbiamo mettere da parte vecchie divisioni, ricercare un informazione scevra di interessi di parte che non alimenti diatribe inutili e dannose ma che guardi in modo esclusivo al raggiungimento di un obiettivo comune che è quello di “Salvare il nostro Mare” senza alcun compromesso. Sarà una battaglia molto difficile da affrontare, dovrà essere portata avanti con strategie attente e nessuna approssimazione o leggerezza .

Le ambiguità e i doppi giochi dei soggetti e dei poteri coinvolti sono dietro ogni angolo del percorso da compiere, occorre prestare notevole attenzione per non incorrere in errori che potrebbero pregiudicare irrimediabilmente il nostro futuro e agevolare i gruppi finanziari che premono per queste soluzioni che non tengono in alcun modo conto della salute, dell’ambiente e dell’economia dei territori coinvolti.

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