LECCE – Il P-day, il giorno del pride, dell’orgoglio, si è concluso in piazza Mazzini, dopo un tourbillon di colori. E festa. E musica. E messaggi urlati dagli oltre mille e 500 partecipanti, che hanno sfilato nel corteo organizzato dal coordinamento “Puglia pride” – composto da oltre 50 associazioni regionali e provinciali da tutta la Puglia, a cui si affiancano associazioni e gruppi locali – con il patrocinio della Regione Puglia, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche dei diritti Lgbt.

 

Ossia lesbiche, gay, bisessuali e transgender. E con il benestare anche del Comune di Lecce. Vi era l’assessore alle Politiche ambientali, Adrea Guido, ma non il sindaco, Paolo Perrone, che sembrerebbe non aver preso parte alla manifestazione.

 

Erano presenti, tra gli altri, il neo primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, quello che lo ha preceduto, Michele Emiliano, e il governatore della Puglia, Nichi Vendola. Dopo un tour itinerante lungo la Puglia, con una cascata di eventi a Foggia, Barletta, Bari e Taranto, la festosa carovana ha sigillato nel capoluogo salentino l’ultima tappa, in occasione dell’apertura di un nuovo circolo locale Arcigay, denominato “Salento la terra di Oz”, nell’ambito della candidatura di Lecce a Capitale europea della cultura per il 2019.

 

Ma i passi per raggiungere quel “pride”, quell’apertura culturale e civile, per cui essere orgogliosi, sembrano ancora davvero tanti. Lo stesso presidente della regione Puglia Nichi Vendola, che ha concluso l’evento con l’intervento in piazza, dopo il corteo che si è snodato attraverso viale dell’Università, viale De Pietro e via Imperatore Adriano. “Per una città che vuole diventare capitale europea della cultura, è arrivato il momento di abbattere il muro dell’indifferenza e dell’ignoranza”. Ma i toni e i tratti somatici del viso del governatore si sono induriti, quando ha proseguito dicendo: “E’ un peccato per tutte le istituzioni che hanno mancato questo appuntamento. Puzzano di medioevo”.

 

La città, nel pomeriggio, baciata da un sole intenso del quale si sarebbe volentieri fatto a meno, sembrava spaccata a metà, in una sorta di manichesimo spinto: gli uni e gli altri. Il bene e il male. Ai margini delle strade, infatti, davanti a una manifestazione che scorreva pacifica e senza alcun eccesso, non si sono fatti attendere commenti, giudizi e battute di pessimo gusto di chi sembrava trovarsi lì più per una sorta di “voyeurismo” mediatico, per una forma di esperienza esotica, che per reale interesse a quanto avviene in una città che, seppur a pianta medievale, dovrebbe essere orientata alla contemporaneità.

 

Madrina della parata, partita intorno alle 17 da Porta Napoli, è stata Eleonora Magnifico, cantautrice e artista transgender da sempre impegnata nella lotta per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt. Tra questi, soltanto per citarne alcuni, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, unioni civili, riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e del genitore non biologico e procreazione medicalmente assistita. Il corteo si è svolto in maniera pacifica, senza intoppi. Non sono mancate le provocazioni, ma tutto si è svolto senza incidenti di sorta.(lecceprima)

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