La Panterita questa volta è riuscita a graffiare. Libania Grenot, azzurra nata a Santiago di Cuba il 12 luglio 1983, è campionessa europea dei 400 metri. E’ la prima azzurra di sempre a salire sul podio della gara killer, che porta all’asfissia. E’ stata brava, ma onestamente anche fortunata, perché la sua condotta gara non è stata perfetta. Però era nettamente più forte delle altre e quindi ha vinto con pieno merito in 51″10, lei che ha un personale di 50″30, record nazionale firmato nel 2009. In terza corsia aveva tutte le avversarie che contano davanti. Poteva fare la corsa su di loro, perché erano delle perfette lepri da seguire e poi infilzare. Invece ha sentito dentro il sacro fuoco, il cuore le batteva fra i denti, ed è partita bevendosi in un amen l’ucraina Zemlyak. E’ entrata nella seconda curva con un vantaggio netto, che è anche aumentato all’ingresso sul rettilineo finale. Era la regina mentre le altra arrancavano.
Poi a 50 metri dall’arrivo ha cominciato a sentire i muscoli di piombo, ma non ha perso la linearità del movimento. L’esperienza di allenamento negli Stati Uniti le ha insegnato che la tecnica di corsa è essenziale nei momenti in cui la fatica sale agli occhi e così, nonostante avesse ancora poco da spendere, è riuscita a mantenere il vantaggio necessario al trionfo inseguito per tanti anni. Il 51”10 finale è un risultato cronometrico normale, ma che si spiega con la fatica accumulata nei turni, con il freddo e con quella stravoglia di vincere che ha rischiato di mandare all’aria i suoi sogni. Seconda è finita la nuova Zemlyak (51”36) seguita dalla spagnola Terrero (51”38) un’unghia davanti alla Ohuruogu (51”38) Adesso Libania vale veramente meno di 50″ e può guardare con fiducia ai Mondiali di Pechino dell’anno venturo e dell’Olimpiade di Rio 2016.