L’Italia è ancora in piena crisi, economica, sociale e politica malgrado il cambio degli ultimi governi .
Non di meno la nostra amata Città di Nardò. Niente, nel tessuto politico, economico e sociale, del nostro Paese dopo questa crisi potrà continuare ad essere come prima!
Tutti i parametri del convivere sociale sono saltati, la sfiducia e il malessere albergano e si palesano ovunque: nei politici e negli amministratori, nei militari e nella magistratura, nelle grandi e nelle piccole aziende, nei sindacati e nei giovani, nei commercianti e negli industriali, un tunnel di valori sempre più buio e in discesa.
Sta a noi cittadini riconoscere questa poco edificante realtà, prendere crudamente atto e predisporsi col CUORE e con la MENTE ad un cambiamento radicale di mentalità legata a categorie di pensiero ormai superate (glorioso passato storico e sociale) per intraprendere un percorso nuovo che possa restituire speranza e futuro al Paese e alla nostra Comunità.
Negli ultimi decenni l’Italia ha vissuti fenomeni di bipolarismo in omaggio ai due schieramenti Russia –America, dominato dalla Democrazia Cristiana, poi la stagione dello scontro tra generazioni aperto nel 1968, l’affermarsi del Centro destra con Berlusconi e la sua inevitabile e drammatica crisi del bipartitismo e da ultimo le alterne e incerte vicende esplose nella sinistra italiana che ancora brancola nel buio.
Non dissimili le vicende neretine che sono passate dai Governi della DC solitaria a quelli di Centro sinistra, dal Centro destra di Forza Italia a quelli misti DS, dalla crisi dei moderati (sparsi ovunque) a quella dei partiti e alla nascita delle varie civiche. La POLITICA vera è andata in soffitta lasciando il governo della cosa pubblica nelle mani residuali di marpioni, di improvvisati amministratori e di fameliche holding bancarie internazionali che decidono sempre più della vita e della morte economica degli Stati e della durata dei Governi.
L’imperativo emergente è elaborare affari sempre più personali, praticare truffe a danno dello STATO (Pantalone), redigere bandi di gara e concorsi mirati ad imprese e soggetti conniventi, elargire contributi a pioggia agli amici e a manifestazioni senza determinare tradizioni e posterità, realizzare debiti fuori bilancio ignorando il suo puntuale assestamento e le relative entrate, ridursi solo al comando o al proprio Cerchio magico isolandosi dal resto del territorio circostante, predisporre grandi progetti o acquistare sofisticati macchinari sanitari al solo scopo di favorire solo interessi economici privati lasciando le opere incomplete e le attrezzature a marcire nei sotterranei per mancanza di personale specializzato.
Stiamo vivendo un brutto momento e lo spiraglio di luceè molto lontano.
Ora è tempo di Nuovo umanesimo!
Tempo di rivoluzionare il nostro pensiero e i nostri obsoleti costumi, aggiornarli dal punto di vista delle categorie mentali alla realtà presente e futura, ad indirizzarli, nel rispetto pieno dei valori della persona umana, sui sentieri e modi di fare che facciano uscire l’Italia dalla sua lunga inarrestabile crisi e la nostra Città da certe involuzioni e sviamenti che stanno tarpando il naturale libero sviluppo.
Nuovo umanesimo, come nuovo modo di vivere i rapporti sociali, i comportamenti individuali, il rispetto per le persone e le cose pubbliche, un più avanzato senso della giustizia, una integrità morale, un impegno civile meno egoistico e più solidale, una fattiva collaborazione all’insegna di un positivo sviluppo comunitario.
La Città e i suoi abitanti devono, perciò, varcare la soglia della speranza, immergersi nel nuovo, inoltrarsi ed esplorarlo, senza paura e rimpianti, provare il non provato, eliminare pregiudizi e veline, essere protagonisti in prima persona, darsi un compito missionario in nome dell’unità umana, chiamando tutti alla collaborazione, alla partecipazione e alla piena estrinsecazione delle proprie energie per realizzare unAVVENIRE e un FUTURO a misura della profondaUMANITA’ che è in noi.
E’ giunto il terzo tempo per il PAESE e per tutti i cittadini!
Ad mayora!
Nardò, 27 agosto 2014
Giovanni PERO’