Su un quotidiano online è apparso un titolo curioso: PD neritino unito! Ma quando mai! Il DNA dei piddini è quello di essere diversi gli uni dagli altri, ognuno tronfio delle proprie elucubrazioni, a trovare sempre e ovunque il pelo nell’uovo, per differenziarsi e dimostrare di essere bravi, giusti, perfetti, capaci di ragionare, intellettualmente spinti in avanti (verso chi e che cosa, poi non si sa), parlano di riforme e non ne concludono una, combattono le ideologie e poi parlano di programmi di sinistra, litigano per avere ragione su una idea o un programma senza pervenire ad una proposta unitaria, vogliono cambiare il mondo e si spaccano e si dividono continuamente; probabilmente una maledizione li perseguita e nulla fanno per addolcire il fato!
Veniamo a noi, alla nostra Città, perché a livello nazionale è troppo palese la loro connotazione, la loro divisione che sta generando un vorticoso calo delle tessere, tanto che Bersani ha lanciato un grosso grido di allarme. Grido che la dice lunga sullo stato dell’arte e di salute dello stesso!
PD di Nardò unito!?
E’ proprio vero? Basta una accozzaglia per fare UNITA’?
Sicuramente è un avallo strategico, un invito al futuro oppure una sottile significativa ironia!
Alle elezioni comunali del 2011 i DS, a dimostrazione della loro unità, si parcellizzarono talmente che non presentarono alcuna lista e solo per miracolo dei DS fu eletto il solo Antonio Tiene, oggi unico riconosciuto PD.
Tutti gli altri si rifugiarono in liste civiche e alcuni BIG addirittura scomparvero dalla scena.
Oggi il PD è un coacervo di liste civiche, inaffidabili, strumentali, legate a particolari interessi, a piccoli cabotaggi di poco conto, dove il particolare prevale sul GENERALE INTERESSE COLLETTIVO.
D’altronde se fossero veri PD avrebbero una tessera da rispettare in tutte le occasioni, specie in Consiglio comunale. L’ultima avventura con mancanza di numero legale, dimostra lo stato unitario di salute che corre in quelle contrade.
La soluzione alla crisi si è risolta con il vituperato manuale Cencelli, quello della spartizione proporzionale del potere, che è stato adottato alla lettera, a seconda delle civiche presenti.
Una soluzione certamente non politica ma di mantenimento in vita opportunistico.
Come considerare la continua rimescolanza della maggioranza iniziale e l’attribuzione ad avversari elettorali di assessorati, deleghe e presenze in Enti collaterali?
Col PD neritino stiamo ritornando al deprecabile Trasformismo di De Pretis, di fine 800!
Non parliamo poi dell’unità interna del Partito in Città!
E’ notorio come siano divisi, dal momento che gruppi interni considerano il Congresso celebrato una farsa, un colpo di mano, un arroccamento continuamente contestato dai tanti articoli scritti dalle minoranze invocanti giustizia e annullamento dello stesso dagli organi superiori.
Un vestito nuovo, pieno di toppe (civiche), chiamato alla bisogna partito!
Ancora più strano, malgrado la sbandierata unità per le elezioni della Provincia, che qualcuno degli attuali Big, pur avendo la tessera PD, va chiedendo ai propri Consiglieri comunali un voto dissociato: alla Presidenza Gabellone di Forza Italia e a Consigliere uno del PD!!!!????
Questa è l’ulteriore prova della coerenza e dell’unità del PD a Nardò!
Evidentemente il distinguo continua a fare modernità, differenza e richiamo su di sè!
Questo è il PD affastellato che ha rimodulato, per ragioni di bottega, la Giunta nell’ultima crisi espungendo un solo assessore.
Ad mayora!
Nardò, 04 ottobre 2014
Giovanni PERO’