Le metodologie di rappresentanza cambiano col variare dei tempi.Nello Stato monarchico la rappresentanza era voluta e determinata dal sovrano, padrone della vita e della morte dei propri sudditi, attraverso i titoli nobiliari. Nello Stato liberale, con l’avvento della borghesia, la rappresentanza era determinata dal censo, dalla ricchezza, dallo stato sociale rivestito, dalla bravura professionale. Nello Stato democratico la rappresentanza era determinata dalle segreterie politiche, dalle correnti interne, dalla collocazione territoriale (salvo eccezioni), dalla stima sociale goduta dai cittadini.

Nell’attuale Stato popolar- liquido la rappresentanza è determinata dal numero dei voti che un candidato riesce ad ottenere nelle elezioni cosiddette primarie.

 

 

Indubbiamente nel corso della storia il concetto di rappresentanza è sempre più diventato popolare evolvendo in senso sempre più approcciabile da parte di tutti.

Sostanzialmente si è passati da una situazione di dipendenza assoluta, unita ad un certo riconoscimento nobiliare , ideologico e morale, ad un altro di perbenismo, sociale ed economico, per pervenire poi attraverso le indicazioni di partito, di sola fedeltà all’ideologia, a quella attuale popolare- civica dove la rappresentanza è determinata solamente dai numeri.

Domenica, 30/11/2014, il PD locale è chiamato a scegliere, attraverso le primarie aperte a chiunque, il candidato premier che dovrà in caso di vittoria governare la Regione Puglia.

Nell’occasione due candidati sono del PD: Emiliano e Minervini e uno di Sinistra Ecologia e Libertà: Stefàno..

Chi sono i votanti chiamati o sollecitati ad esprimere il proprio voto ad uno dei tre candidati?

In riferimento ai tre candidati nulla da osservare, tutti degnissimi, tutti votabili, tutti idonei a rivestire tale possibile prestigioso incarico.

Qual è il loro programma? Che divergenza vi è fra loro?

Che cosa intendono fare di questa nostra Puglia? Come vogliono ammodernarla? Come sarà la rivoluzione nella sanità? Gli ospedali chiusi saranno riaperti, ci sarà qualche eccezione o se ne faranno, stando alle voci di corridoio, in Provincia di Lecce solamente tre nuovi super ospedali? Per l’occupazione dei giovani, l a disoccupazione, la sottooccupazione, i cassaintegrati, gli LSU cosa si ha in animo di mettere in cantiere?

Per il turismo, per il commercio, per l’agricoltura, per la pesca ecc. vi sono progetti di ripresa?

Nessuno è in grado di sapere per quale progetto di Puglia questi candidati si stanno proponendo!

Intanto corrono a caccia di voti!

Domenica intanto si vota!

Chi sono i votanti?

Certamente e Innanzi tutto gli iscritti al PD, i suoi simpatizzanti e quanti hanno interesse, pur estranei al PD, a vedersi rappresentati da uno dei tre candidati.

Il metodo delle primarie ormai si va sempre più diffondendo a causa delle opportunità che si intendono riconoscere ad ogni soggetto politico indipendentemente dalla sua bravura, onestà intellettuale e morale, affidabilità e coerenza, esperienza e fattibilità

Non è il caso certamente delle tre persone sopra indicate!!

Ad essere sinceri fino in fondo in passato alle primarie per Vendola ai seggi si presentarono per votare cittadini di tutte le bandiere, di destra, di sinistra e di centro (portoghesi politici)..

Ciò avvenne evidentemente per giochi non certamente di coerenza o di lealtà quanto per convenienze e patti sotterranei futuri, locali e regionali.

E ‘ il rischio insito nelle primarie allargate a tutti, dal momento che tanti giochi alle spalle sono possibili specie per i gruppi forti interessati ad avere un leader amico!

Ormai di primarie si parla anche in Forza Italia, nella Lega Nord, nel Ncd, in F.I., nell’UDC!

E’ uno stile che si va sempre più accasando e divulgando.

Le primarie aperte vanno bene quando all’interno di una coalizione di liste ogni gruppo partecipante mette a disposizione un solo rappresentante da far votare dalle varie basi elettorali.

All’interno di uno stesso partito le cose non vanno bene né politicamente, né strategicamente quando due concorrenti rivestono la stessa maglia partitica.

Un partito serio avrebbe ridotto il numero ad un solo rappresentante attraverso primarie interne ristrette ai propri iscritti sezionali, provinciali, regionali.

Solo dopo la prima selezione interna si può passare alla seconda di coalizione e comprendere l’indicazione gradita dall’elettorato .

Ciò eviterebbe inciuci di sorta, maggiore responsabilità e attaccamento ai valori del partito, al programma amministrativo, a garantire coerenza ideale, efficienza e fattività!

Le primarie possono essere uno strumento di scelta democratica e civica se si svolgono secondo precise regole di partecipazione e di vera incidenza, come sono utilizzate in questo scorcio storico, popolar-liquido, con una società altamente affaristica, non è una scelta, è invece un accaparramento di potere, un affare vero e proprio, una non politica, una pessima educazione di gestione amministrativa.

AUGURI AL PD E A QUANTI CREDONO IN QUESTO MELENSO METODO DEMOCRATICO!