Spenti i fari mediatici sul diffuso astensionismo registrato nelle recenti consultazioni elettorali, i sondaggisti, e purtroppo anche il nostro capo dell’esecutivo, hanno dimostrato e continuano a manifestare un interesse sempre minore per un problema che, al contrario, meriterebbe un’attenta analisi ed una seria riflessione, perché le conseguenze, a medio e lungo termine, potrebbero rivelarsi pericolose per la nostra democrazia.
La scarsa affluenza alle urne è stata interpretata superficialmente da illustri politologi come un fenomeno naturale e fisiologico per una democrazia avanzata, giustificata, peraltro, da risultati analoghi registrati in molti altri Paesi europei, trascurando un particolare, a nostro avviso, molto importante: in questi ultimi il senso civico, morale ed etico, il rispetto per la Legge e per le Istituzioni sono molto più radicati, come dimostrano incontestabilmente le recenti graduatorie che attribuiscono all’Italia il poco invidiabile primo posto in Europa per la corruzione diffusa ormai a tutti i livelli.
Una corruzione che con la violenza di un tornado sembra aver travolto ogni argine costituito dai tradizionali ideali, valori e principi cristiani e semplicemente umani. Una corruzione che con le sue ignobili trame, complicità e connivenze tra mafiosi, delinquenti comuni, pregiudicati e politici sembra non conoscere ostacoli. Una corruzione che i cittadini, purtroppo, pagano con un aggravio di tasse ed una riduzione dei servizi sempre più insostenibile.
Noi,purtroppo, siamo convinti che i controlli sempre più severi ed i nuovi decreti preannunciati dal governo, pure apprezzabili per le loro finalità, non risolveranno il problema, nè ci si può illudere che lo risolva la crescente protesta dei cittadini, espressa incautamente con la rinuncia al loro diritto-dovere al voto, l’unico in grado di esprimere una classe politica degna dei compiti e delle responsabilità loro affidate.
E’ ampiamente riconosciuto, infatti, che i politici corrotti alimentano e si alimentano con il clientelismo, studiando e favorendo accordi ed equilibri nel governo e nelle Istituzioni, fondati su impegni reciproci, all’insegna di interessi esclusivamente personali e di parte, nel disprezzo più bieco ed assoluto dei sacrosanti diritti della collettività.
Anche la storia della nostra Città, purtroppo, ci racconta di politici , che ritenendo il voto dei propri elettori un patrimonio personale, si spostano con disinvoltura da uno schieramento all’altro, al fine di conquistare posizioni di privilegio e partecipare ad una indefinibile spartizione del potere.
Le “ primarie “,ultima invenzione per una democrazia di facciata, di fatto continuano ad alimentare questo sistema perché danno vita a soggetti politici ed ad una loro classe dirigente con un consenso non si sa di chi e perché. Garanzie di democrazia solo apparente che di fatto preservano un sistema che continua a produrre corruzione.
Oggi un responsabile di Partito dichiara pubblicamente che sia arrivato il momento di accertare la vera identità di ogni iscritto al fine di evitare infiltrazioni di ogni genere ma dimentica che le “primarie” cosi come volute ed ampiamente accettate non costituiscono un male minore.
Il Movimento Politico Impegno Civile ritiene che gli strumenti finora adottati siano inefficaci ed improduttivi di cambiamenti reali perché dovrebbero essere tesi a restituire una libertà dal bisogno con strumenti di ogni genere compreso quello del “reddito di cittadinanza “ ed informatizzazione dei servizi.
Il Movimento impegno Civile ritiene, pertanto, che, vada assolutamente condannata la rinuncia al voto, decisa da molti cittadini come forma di protesta contro la diffusa corruzione della nostra classe politica.
Ogni loro sforzo, al contrario, dovrebbe essere teso ad una partecipazione più attiva e responsabile alla vita politica del nostro Paese, evitando proteste tanto comprensibili, naturali ed istintive quanto controproducenti, perché, inevitabilmente, la rinuncia all’esercizio dei propri diritti fa sì che politicanti indegni ed ignobili approfittino della nostra delusione, della nostra amarezza e della frustrazione per conquistare un potere che eserciteranno naturalmente solo ed esclusivamente per la tutela dei loro interessi personali o di parte.
Astensione ed “ impegno civile” sono incompatibili, perchè solo il secondo può produrre cambiamenti reali senza rischi per la democrazia.
IL COORDINATORE
F. FIORITO