Assistiamo in questi giorni ad una sorta di lucido smarrimento e la ricerca di una parvenza di credibilità quasi auto indotta quella che si legge tra le righe dei comunicati ora di questo politico ora di qualche dotto informatore “penny-vendolo”oramai in via di estinzione.
Taluni pronti a sostenere progeniture di fenomeni sociali anche gravi, i secondi a carpire la buona fede dei loro assidui lettori imbastendo tavolate apparentemente ricche ma prive di sostanza dal punto di vista dei contenuti, i commensali cioè i lettori, più propensi a guardare l’insieme volutamente servito anziché i particolari più succolenti.
Lo stato dell’arte in cui versa rovinosamente la stessa opinione pubblica, vittima inconsapevole della proprie debolezze, curiosità, morbosità, che nella migliore delle ipotesi farebbe rima con artificio.
Di fatti a naso da quel che si apprende, si potrebbe ipotizzare: causa ed effetto riconducibili guarda caso alla debolezza umana; Il fato come denominatore comune di ogni ruzzolone; e ancora, non ci sono colpevoli ma vittime.
Come dire: “Alla corte, figliolo, l’arte più necessaria non è di parlar bene, ma di saper tacere” (Voltaire)
Se così fosse non rimarrebbe che riscrivere la storia.
È del tutto o quasi inappropriato che tra le righe pubblicamente si invochi la triste patologia, quasi a voler boicottare i pubblici esercizi con slot machine e giochi vari. Non rende affatto onore, di fatti, scaricare sugli incolpevoli esercenti le evidenti responsabilità politiche di quanti sono chiamati a rispondere anche in ordine a queste problematiche.
Un atteggiamento che non condividiamo, adottando un simile approccio al problema, si scivola in una sorta di facile moralismo, probabilmente generato dal senso di colpa di chi, non ha fatto nulla per contrastare l’emanazione di norme scellerate in materia.
Perché la ludopatia è un problema che va affrontato seriamente, e le istituzioni politiche che, a vario titolo, in questi anni, hanno contribuito alla sua diffusione con leggi e regolamenti supini alla logica della pura speculazione fiscale, dovrebbero semplicemente vergognarsi.