Ad agosto 2014 furono firmati due protocolli presso la Prefettura di Lecce, alla presenza del viceministro dell’Interno. Il tema dibattuto: “sicurezza e legalità nel Salento”, una terra a forte vocazione turistica, ma proprio per questo anche a rischio di infiltrazioni malavitose.
Troppe voci su contratti e incarichi di collaborazione girano attorno al Piano Coste neritino. Progetti presentati in tempi non sospetti da amici e parenti? e magari indirizzati alla attenzione del politico o del funzionario incaricato? fughe di notizie che identificano questo o quel lido, insistenti sollecitazioni da parte di politici locali e affini.
Non per essere petulanti ma la bufera esplosa sulla farmacia comunale con un ammanco di centinaia di migliaia di euro, le dinamiche di una assunzione non ancora chiarite e chissà quant’altro, è solo un fenomeno sociale e politico tutto nostro? Non crediamo affatto. Le società di trasporto e raccolta rifiuti che imbarcano centinaia di persone, tutte per chiamata diretta e legate da rapporti familiari o politici ad esponenti di tutti gli schieramenti politici e non, dirigenti aziendali e sindacalisti è solo un fenomeno tutto italiano?
La prova provata di come l’occupazione clientelare delle società controllate dai Comuni ma anche private sia ormai diventato un sistema. Ai confini del lecito. Tant’è che Procure della Repubblica e Corte dei Conti aprono fascicoli con una certa frequenza per accertare eventuali responsabilità sotto il profilo penale e del danno erariale.
Le giustificazioni, quelle fanno davvero flettere le ginocchia. In una grande azienda con tanti dipendenti può capitare che ci siano parenti. Sarà pure. Ma se i parenti gira e rigira sono sempre gli stessi, congiunti di sindacalisti, dipendenti e politici, allora può sorgere il sospetto che non sia capitato per caso. Una spiegazione ce la diamo, evidentemente tutti, ma proprio tutti, sarebbero entrati dopo una attenta selezione e una prova di cultura generale fatto da una società specializzata? Non scherziamo!
Rimane difficile da spiegare a tutti quei giovani che prima si spaccano la schiena sui libri, senza uno straccio di prospettiva, inutili e disseminati curricula che girano come una trottola. Per riuscire a conquistare, se va bene, un posto da precario per poche centinaia di euro al mese. Mentre il posto fisso, a tempo indeterminato, sarà per pochi, quelli che sono parenti dei sindacalisti, amanti o amici di qualche politico, oppure chi ha una tessera di partito in tasca.
E fa ribollire il sangue pensare a quanto il fenomeno può essere esteso. Certo, il caso di Nardò non può essere paragonato a quello di tante altre Città italiane. Dove non desterebbe sorpresa scoprire che le assunzioni clientelari hanno funzionato a tappeto nel sistema delle municipalizzate. La verità è che ormai in Italia la politica è l’ unico ufficio di “collocamento” che funziona realmente.
Per questi motivi invitiamo la Magistratura prima e le forze dell’ordine locali a verificare e vederci chiaro, il primo cittadino farebbe bene ad emanare una circolare che invita tutti i responsabili ai vari livelli a fornire i nomi degli amministratori che hanno “sollecitato” e gli elenchi di tutto il personale, diretto o di altri organismi controllati, che ha lavorato per loro. Obiettivo, verificare parentele amicizie con chi ha avuto un ruolo in questa ed altre vicende all’interno della macchina comunale.