Da qualche giorno assistiamo ad una interessante campagna stampa sui costi della politica cittadina con particolare attenzione ai gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali.

Molto interessante soprattutto il Registro delle presenze che potrebbe apparire a primo impatto un buon metro per valutare l’attività dei consiglieri comunali. Così a nostro avviso non è, anzi! Nonostante il nostro consigliere comunale, Pippi Mellone, si piazzi sul podio, terzo, e primo tra i componenti d’opposizione, riteniamo che la semplice presenza non sia criterio oggettivo per valutare l’attività consiliare. Ben più oggettivo e utile sarebbe infatti conteggiare accessi agli atti, interrogazioni, mozioni consiliari, ordini del giorno e interventi in Consiglio e Commissioni. Un lavoro molto articolato, certo, ma che darebbe frutti a nostro avviso molto interessanti.

 

Vero è, infatti, che molti non seguono pedissequamente i lavori delle Commissioni preoccupandosi di lasciare il proprio autografo solo a principio di seduta e che sarebbe molto utile una firma a principio e una al termine della stessa. Ed altrettanto vero è che le sedute sono molto sporadiche nel corso del mese e quasi mai viene raggiunto il numero massimo di 16, il cui superamento, come è ormai noto, prevede l’azzeramento delle spese. Se 140 è il numero massimo di presenze annue, infatti, spalmandole su 12 mensilità , il conto è presto fatto, meno di 12 sedute mensili sono la media aritmetica.

 

Vero è, infine, che le Commissioni consiliari sono rimaste l’unico luogo di confronto democratico e partecipazione, di fronte a una Giunta consiliare sempre più simbolo di un oligopolio, e talvolta di una vera e propria monarchia poco illuminata, sorda alle istanze dei cittadini. La Commissione consiliare Controllo e Garanzia, da questo punto di vista, con la presidenza Mellone, si è dimostrata, e continuerà a dimostrarsi, vera e propria spina nel fianco di una inetta maggioranza che tenta di salvarsi solo ricorrendo all’ostruzionismo del mancato numero legale. Se è questa la preoccupazione principale, ne possono star certi, i signori della maggioranza, saranno messi sulla graticola per i prossimi 14 mesi in tutte le sedi.

 

Ma altrettanto vero è che nessuno si preoccupa di cosa producano sindaco (41.000 euro lordi annui, senza contare i frequenti viaggi a Roma e le telefonate, tutto a spese dei cittadini), assessori (3 su 7 neanche eletti dal Popolo) e presidente del Consiglio comunale (18.000 euro annui lordi), il cui operato e il cui ruolo non è sempre chiaro ed evidente e il cui stipendio non è legato a presenza o risultato alcuno. Purtroppo. Ma lo stato in cui versa la Città parla per loro…

 

Insomma i costi della politica sono davvero ingenti e uno sguardo più ampio sull’apparato amministrativo non guasterebbe, prestando, magari, un occhio di riguardo a dirigenti e segretario generale che percepiscono decine di migliaia di euro l’anno di stipendio e un altro a consulenze e incarichi, vero pozzo senza fondo della cattiva politica.

 

Gianluca Fedele

Presidente

Andare Oltre

 

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