Dall’ultimo studio su pressione fiscale e spesa pubblica condotto da Confcommercio-Cer, emerge che le tasse sugli immobili sono più che raddoppiate negli ultimi tre anni: tra il 2011 e il 2014 gli italiani hanno pagato 31,88 miliardi di tasse sugli immobili (+115,4%).

Nel 2015, all’elenco dei vessilli renziani, si aggiungerà l’IMU agricola.

Una nuova tassa imposta dal Governo che interesserà un comparto già in crisi ovvero quello degli agricoltori locali.

E mentre le attuali forze politiche di maggioranza, oggi al Governo, continuano a dibattere sulla soglia di altitudine oltre la quale i Comuni sono da intendersi “montani” e pertanto esentati da questa imposta iniqua a carattere retroattivo, noi sosteniamo che la quota altimetrica di riferimento debba essere pari a zero per tutti gli italiani ed in particolar modo per i pugliesi.

Come si può chiedere il pagamento di questo insensato balzello agli agricoltori del Gargano che stanno ancora pagando le conseguenze dai dissesti idrogeologici?

Danni questi che potevano essere evitati se fosse stata fatta un buona programmazione di tutela del territorio e conseguenti azioni concrete in campo. E agli agricoltori tarantini che per anni hanno assistito a finanziamenti a pioggia all’ecomostro Ilva che ha contaminato e depauperato le loro terre?

E ancora, agli olivicoltori salentini, tutti, che stanno pagando gli effetti del trascurato fenomeno della Xylella?

I parametri dell’IMU agricola non tengono conto della complessità di tutto il territorio e, soprattutto, ancora una volta è stata trascurata la funzione essenziale degli agricoltori nella tutela, cura e presidio del territorio a beneficio dell’intera collettività.

Occorre puntare con forza all’eliminazione immediata di questa assurda tassa che minaccia tutti i produttori locali e i cittadini che traggono sostentamento dal lavoro della propria terra.

Lo stesso ministro Franceschini dichiarò che “una priorità è quella di incrementare e sostenere la co-pianificazione paesaggistica con le Regioni per una politica efficace di governo del territorio che coniughi intelligentemente le istanze dello sviluppo e della tutela”.

A rompere il silenzio assordante di questa becera classe politica siamo stati noi del M5S che durante l’approvazione della Legge di stabilità, abbiamo presentato degli emendamenti con le dovute coperture economiche per abolire l’Imu sui terreni agricoli. Proposte puntualmente bocciate dal Governo.

In Italia il consumo del suolo si attesta a un metro al secondo e la Regione Puglia è tra le principali regioni a contendersi il primato e inoltre le c.d. “aree svantaggiate” nel ns. territorio hanno raggiunto la soglia del 55% (Fonte Mipaaf). Se a questi dati aggiungiamo il crescente processo di abbandono dei terreni agricoli, appare evidente come sia necessario provvedere ad urgenti ed indispensabili interventi di conservazione dell’ambiente naturale e di sostegno alle attività agricole.

Il comparto agricolo pugliese, e dell’Italia in generale, ha bisogno di incentivi, non di vessazioni fiscali.

 

Cristian Casili

Agronomo paesaggista

Candidato consigliere alla Regione Puglia per il MoVimento 5 Stelle

 

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