Carissimo amico Vito, lungi da me dal considerarti controparte dal mio ragionamento, conosco ed apprezzo i valori e la passione che muovono il tuo agire …..
Tuttavia ho ritenuto in questa occasione evidenziare non in toni polemici e distruttivi ma con un atteggiamento costruttivo le aporie dell’amministrazione comunale attuale che su tematiche di rilievo come questa si connota per un approccio puramente estetico io all’estetica, perdonami, preferisco l’etica dei comportamenti.
Sul tema della violazione della “Delrio” sono intervenuto in tempo utile, cioè a ridosso del provvedimento di nomina della Giunta invocando, a mezzo stampa, l’applicazione della legge; orbene che la commissione pari opportunità assistita dall’assessore avente la delega ad hoc, peraltro, valente giurista e collega, sia pervenuta a conclusioni contrarie un pò mi meraviglia, perchè a mio modesto avviso cozza con il sistema normativo internazionale, comunitario, costituzionale e ordinario.
Caro Vito, lungi da me dal salire in cattedra, io mi amo definire e ritengo di essere un artigiano del diritto e ti ringrazio per le parole di stima professionale che mi hai usato e la mia meraviglia scaturisce dal fatto che un assessore ed un ufficio legale (ove mai interpellato) abbiano ritenuto superate tutta una serie di norme e di interpretazioni giurisprudenziali sul tema che avrebbero comportato una deliberazione del tutto differente.
Non mi sottraggo alla tua richiesta e mi permetto di offrirti una piccola memoria (considerala solo una bozza di ricorso straordinario al Capo dello Stato i cui termini tuttavia sono già scaduti) se la riterrai valida con l’ausilio di altri professionisti più capaci di me, magari la stessa Assessore preposta alle “pari opportunità”potresti sollevare formalmente il caso all’Amministrazione e davanti ad un diniego impugnare quest’ultimo dinanzi al TAR ovvero con ricorso straordinario al capo dello Stato.
Del resto caro Vito l’approccio carente in tema di applicazione della legislazione richiamata da parte di questa amministrazione è stata recentemente ribadita con l’affare “Farmacia Comunale” in sede di nomina del nuovo Organo Amministrativo, gli amici dell’Amministrazione hanno del tutto dimenticato l’esistenza e quindi la cogenza dell’art. 3 della legge 12 luglio 2011, n. 120, nonostante lo spot televisivo che specie in questi giorni è andato in onda sulle principali reti nazionali e non solo.
E’ vero che i nostri amici amministratori Sindaco, assessori e consiglieri comunali non hanno il tempo di leggere i giornali figuriamoci se trovano il tempo di guardare la tv, così presi dall’occuparsi del bene comune e distrattamente oltre che della Farmacia Comunale (per tre anni)nel dare i nuovi incarichi, pur in buona fede, ne sono convinto, hanno dimenticato che a Nardò astrattamente degne di svolgere il ruolo di Amministratore o sindaco di una partecipata del Comune ci sono anche donne e che la legge ne imporrebbe la nomina , il condizionale è d’obbligo, ma avrei voluto e dovuto usare un altro tempo.
Penso che una presa di posizione della commissione da te diretta possa produrre ancora utilità
Con rinnovata stima ti abbraccio
Vincenzo