A Nardò sembrerebbe assistere alla nascita di una nuova fisionomia di “garantisti”, ormai ex giustizialisti, che considerano le leggi i regolamenti ed i codici come una materia plasmabile secondo convenienza. Se fosse accaduto ad un esponente della minoranza o comunque a qualcuno meno gradito alla maggioranza si sarebbe registrata la solita, ipocrita insurrezione del “popolo rosso”, sbiadito.

L’assenza anomala di un naturale intervento sulla questione che vede protagonista il proprio presidente del consiglio comunale lascia intendere quale sia la direzione in cui vorrebbe andare Risi e il PD: una bel colpo di spugna, una rammendatina qua e là e pronti a  tirare per la solita strada.

L’omertoso silenzio che avvolge la vicenda poi, di fatto non servirebbe a nulla e ne tantomeno consentirebbe al moribondo Risi di governare per altri pochi mesi in totale tranquillità arrivando all’appuntamento delle prossime amministrative ancora in piedi.

Quasi non ci sarebbe nulla di male in ciò (Sic!), se non fosse che il partito della “questione morale” fece a suo tempo  (ab)uso della legge Severino per stecchire gli avversari politici, moralmente deplorevoli anche se democraticamente legittimati, loro.

I compagni con la faccia di bronzo avrebbero, in altre circostanze, gridato allo scandalo, organizzato una campagna contro il malcapitato avversario politico, com’è nella loro natura, e via a dare colpi di “falce e martello” a tutti coloro che non la pensassero allo stesso modo.

In questo scenario, poi, pesa sempre più l’assordante silenzio della quasi totalità del sistema informativo. Il Solito asservimento nei confronti di questo o di quel gruppo dirigente da parte di questi comunicatori  superdemocratici e superprogressisti che, in altre circostanze, si sarebbero accodati come un gruppo  in stile gospel blues (carini da vedere) ribadendo il messaggio dei predicatori di turno.

Concludiamo asserendo che, in merito alle recenti notizie di stampa riguardanti la vicenda che interesserebbe il presidente del consiglio comunale Antonio TIENE, per le presunte irregolarità riscontrate a suo carico e la restituzione delle somme eventualmente indebitamente percepite, siamo certi che egli stesso con la massima trasparenza saprà dire ai cittadini, ai consiglieri ed alla sua maggioranza, tutta la verità in ordine ai fatti che gli vengono contestati.

Il PD locale è tenuto ad applicare regole certe e severe circa l’operato dei propri iscritti e qualora il profilo personale e politico del consigliere Tiene non sia perfettamente compatibile con il ruolo rivestito e il codice etico del loro stesso partito, debba necessariamente invitare il suddetto Tiene a fare un passo indietro.