Ad un anno esatto dai tragici eventi di “Charlie Hebdo” noto periodico settimanale satirico francese dallo spirito caustico e irriverente, le polemiche sulla sua linea editoriale non si placano dopo l’ennesima “irrispettosa” copertina che vede un “Dio monoteista” al centro del loro dissacrante diritto alla libertà d’espressione . I fatti tragici che stiamo assistendo in una Francia dilaniata da una feroce e inaudita violenza per mano dell’ estremismo islamico o presunto tale,che guarda caso colpisce una nazione europea dove i diritti sull’argomento libertà sono cosi marcati ed evidenti ,ha scosso l’opinione pubblica mondiale e qualcuno, con raziocinio, si chiede se quella libertà di espressione sia “necessaria” con gli effetti collaterali causati dalla parola Satira nel contesto geopolitico attuale .

Dura condanna proprio per la copertina di Riss, dalla conferenza episcopale francese che adotta la satira con un tweet di soli 131 caratteri: “La Conferenza episcopale francese non commenta chi cerca solo di provocare. È il genere di polemiche di cui la Francia ha bisogno?”. Quindi i vescovi ripagano con moneta pesante “l’oscuramento laicista –greve e offensivo. Dei vignettisti”(1) .(fam cristiana.4gen16_Francesco Anfossi)

La satira” ,recita Wikipedia(2), “è un’arte caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società. Ha l’obbiettivo di mostrarne le contraddizioni, e di promuovere un cambiamento” ; quindi vita difficile per chi cerca di comunicare con le immagini e cercare di scuotere gli animi di conservatori o depositari del sapere o peggio di quella politica che millanta la parola cambiamento ma poi è palesemente bigotta sino al midollo ,cercando , addirittura, di bendare la libertà di espressione come sancito dall’articolo 21 della nostra costituzione, con becere manifestazioni oscurantistiche.

La satira al centro di manifestazioni estreme e mai blande per soffocarla, lo vediamo anche nel nostro piccolo per azzittire la satira si usano “mezzucci” infantili per cercare di controllare il pensiero delle “pecore matte”, ma come suggerisce Dario Fo: chi fa satira debba prendere sempre una posizione netta e farsi carico di ricordare al pubblico le malefatte degli uomini di potere”, ma non solo di potere,”in modo che nulla resti impunito, almeno nella percezione dell’opinione pubblica”.

Nasce spontaneo chiedersi alla luce dei fatti nefasti francesi e non solo , e dei fatti che accadono in casa nostra se la Satira deve porsi dei limiti? Se il suo naturale estremismo dato dalla natura di colpire immediatamente il lettore con un messaggio visivo sia coraggiosa o meno rispetto a quelle note non meno di un ventennio fa quando la comunicazione visiva prima dei social network era cartacea con la tempestività che oggi farebbe solo sorridere ma dirompente … “Forattini docet!”

Condanniamo, ovviamente, “l’invettiva che non si pone limiti che salta a piè pari le categorie di diffamazione e oltraggio che fa dell’oltremisura il mezzo principale per attaccare il potere,la società, i costumi”.(3)

Ma condividiamo chi adotta la libertà di espressione nella stessa misura in cui la domanda di porsi una misura è ben visibile nella stessa azione di questa nobile arte di comunicare …

 

fonti: 1 famiglia cristiana

fonti: 2 Wikipedia

fonti: 3 panorama ( articolo di Antonio Carnevale)

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