La nomina della dottoressa Castrignanò all’incarico di Responsabile Prevenzione della Corruzione, a 4 mesi dalle dimissioni indotte del segretario Generale avv. Leopizzi dall’ANAC, con provvedimento che, il nostro giornale, ha pubblicato integralmente, rappresenta la conferma del nostro convincimento, per altro, esternato nell’editoriale di ieri.

L’informazione, quella leale, ha il compito di chiarire i fatti riscontrando documenti ed elementi obiettivi, sui quali proporre una propria interpretazione e non il contrario.

Quasi come novelli Bernstein & Woodward, i famosi reporter del Washington post, che nei primi anni ’70 sollevarono lo scandalo c.d. Watergate che colpì la Casa Bianca  e costrinsero alle dimissioni il Presidente USA Nixon, prima di un sicuro impeachment; il nostro giornale, con lo straordinario contributo di “anonimo neretino”, ha scoperchiato lo scandalo delle carenze sostanziali nel sistema dei controlli del Comune e, soprattutto, del mancato rispetto delle elementari regole della trasparenza, a tutela di tutti i cittadini contro conflitti di interesse ed incompatibilità, che compromettono irrimediabilmente il rapporto di fiducia tra istituzioni amministranti e comunità amministrata.

La nomina della dott.ssa Castrignanò ci sembra una misura estremamente tardiva e condizionata dal clamore sollevato, dalle nostre inchieste giornalistiche oltre che dall’azione politica dell’opposizione ad iniziare da Oronzo Capoti sino alla convocazione della commissione garanzia e controllo da parte di Pippi Mellone.

Il decreto sindacale di nomina della Dirigente delle Finanze, infatti, appare essere più che la conseguenza di una strategia mirata ad invertire un uso distorto, anzi, per meglio dire,  il non uso di normative stringenti sulla trasparenza e l’anticorruzione da parte dell’Amministrazione, un tentativo di distrazione di massa con l’ausilio dei soliti ben informati pennivendoli.

Il fritto misto di relegare la legge Severino, quale regolatrice di conflitti di interesse e/o incompatibilità:  “solo per i politici che ricoprono ruoli di amministrazione”, la dice lunga sulla capacità di lettura di taluni organi di informazione o meglio di disinformazione.

Ma veniamo al punto ci convince poco la nomina del nuovo Responsabile della Prevenzione della Corruzione per tante ragioni sostanziali che siamo certi o almeno auspichiamo la Commissione Consiliare Controllo e Garanzia potrà definitivamente chiarire, ove occorra, anche trasmettendo la documentazione del caso alle autorità competenti per le opportune determinazioni.

A parte la dubbia capacità di motivare i provvedimenti che, a partire dalla vicenda concessioni demaniali l’Amministrazione ha dimostrato, vorremmo capire come si potrà dimostrare la sussistenza dei requisiti di indipendenza ed autonomia ad un dirigente di un area organizzativa, che forse più di altre è astrattamente, interessata al rischio corruzione.

Del resto, salvo errore, ci sembra di non ricordare la stessa Dirigente particolarmente attiva e pronta, ad esempio, quando si è trattato di esercitare i controlli, di pertinenza del proprio ufficio, sulla società partecipata “Farmacia Comunale”, nonché su altre iniziative, che hanno riguardato il patrimonio di questa città e che in qualche modo rientrano nella sua sfera di responsabilità.

Da questa triste vicenda, che non può essere relegata solo ad un fatto di nomine mancate o rifatte, ma, al contrario, evidenzia:  il pericoloso intreccio di conflitti di interessi ed incompatibilità non dichiarate, di presunti affari di alcune famiglie, di contenziosi evitabili subiti ed inesorabilmente persi, di presunti e ripetuti abusi, di violazioni di leggi ed omissioni di atti di ufficio.

Ed ancora, di azioni disciplinari inesistenti, di premi elargiti a titolo di salario accessorio, rispetto a risultati non misurati e non misurabili, di responsabilità per danno erariale mai contestate a chicchessia e chi più ne ha più ne metta.

Attendiamo di leggere il decreto di nomina con attenzione, speriamo questa volta abbia motivazioni chiare e precise.

Stiano tranquilli i potenti o presunti tali di Nardò, noi non smetteremo mai di informare i nostri lettori sulle incapacità di questa Amministrazione e delle future che verranno rispetto al dovere di garantire ai cittadini le condizioni minime di trasparenza ed imparzialità nell’attività amministrativa.

Come fece Nixon negli anni ‘70 crediamo che, con le dimissioni l’attuale Sindaco potrebbe riportare con il conseguente ed ovvio commissariamento prefettizio, prima delle elezioni, un minimo di equilibrio istituzionale  e soprattutto la possibilità di fare chiarezza e pulizia nella burocrazia di Palazzo Personé, onde poter arrivare al voto, con una maggiore consapevolezza su cosa possiamo attenderci nel prossimo futuro.