“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”, scriveva Pavese e quella sua considerazione dolceamara si riflette oggi nelle parole e nelle riflessioni del poeta e “paesologo” Franco Arminio, che lunedì 27 marzo alle 18.30 è ospite dell’associazione politico-culturale Nardò Bene Comune per presentare il suo libro “Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra” uscito a febbraio scorso per i tipi di Chiarelettere.

L’incontro organizzato dall’associazione culturale Nardò Bene Comune è ospitato nel cuore della città, nella sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso “Giovanni Zuccaro”, su corso Vittorio Emanuele II. Una scelta non casuale, che congiunge un’associazione di recente nascita, NBC, con uno dei pilastri del tessuto civile neretino, accomunati da quell’augurio racchiuso nei nomi, un auspicio e un impegno alla cooperazione, al riscatto civico del paese.

Franco Arminio nelle sue opere scompone con limpidezza le dinamiche, le abitudini e la serenità dei paesi e dei paesaggi, decostruendo i circuiti fossilizzati e cercando nuovi equilibri, in uno “scambio continuo, qualcosa di simile al meccanismo del sangue venoso e di quello arterioso”. Accompagnano le parole del “paesologo” Franco Arminio quelle del “paesologo” nostrano, il cantautore di Tuglie Mino De Santis, capace come nessuno di trasformare in canzoni la semplice quotidianità dei paesi del Salento.

 

Note sugli ospiti:

Franco Arminio è un poeta, scrittore e regista italiano, un “paesologo”. Collabora con Il manifesto e Il Fatto Quotidiano ed è animatore del blog Comunità Provvisorie. È documentarista e animatore di battaglie civili. Si è battuto contro l’installazione delle discariche in Alta Irpinia e contro la chiusura dell’ospedale di Bisaccia. Nel 2009, con “Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia” ha vinto il premio Napoli. Roberto Saviano lo ha definito “uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato”. Nel 2011, con “Cartoline dai morti” ha vinto il premio Stephen Dedalus per la sezione Altre scritture. Con “Terracarne” edito da Mondadori, ha vinto il premio Carlo Levi e il premio Volponi. Nel 2013 è uscito il suo ultimo libro di prosa “Geografia commossa dell’Italia interna”. È il direttore artistico del Festival della paesologia La Luna e i Calanchi di Aliano (MT). Nel 2015 fonda la Casa della Paesologia a Trevico (AV).

 

Mino De Santis, cantautore ironico, paroliere salentino armato di chitarra, dallo spigliato genio pungente e sardonico. Le sue canzoni rendono “monumentale” la semplicità della vita quotidiana dei salentini, degli alberi come l’ulivo, degli animali, delle feste di paese e dei funerali, dei fidanzamenti e delle nascite, dei personaggi con titolo ma senza nome presenti in ogni paese, poesie messe in musica per la magia della sua terra. De Santis si trastulla in più o meno mascherate metafore di pregiudizi e difetti, in un’esilarante “batracomiomachia” dei caratteri salentini. Nato a Tuglie sotto il segno dell’ariete, ha prodotto 4 dischi di brani originali: “Scarcagnizzu” (Fondo Verri 2011), Caminante (Ululati, 2012), Muddhriche (Ululati, 2013), Petipitugna (Abac Edizioni, 2016).

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