Lecce 9 sett:_ Le dichiarazioni rassicuranti dell’On. Bellanova in ordine ai sondaggi nel mare di Leuca per la ricerca di idrocarburi da parte della Global Med, a mio giudizio, non rassicurano proprio nessuno.

Anzi, preoccupano di più. Perché è del tutto evidente che ci si avvia lungo la strada della concessione delle autorizzazioni richieste. E ciò risulta chiaro dall’esplicito intento propagandistico che la viceministro ha posto in essere. Che cosa significa, infatti, istituire un gruppo tecnico di lavoro allo scopo di ricercare tecnologie meno impattanti dell’airgun? Significa, intanto che c’è la conferma che si vogliano comunque dare tutte le autorizzazioni alla Global Med per effettuare le perforazioni del fondale marino allo scopo di estrarre gas e petrolio.

Mentre, al contempo, l’iniziativa di Bellanova risulta del tutto inficiata da ciò che il governo ha già prodotto sulla materia. E, cioè, dallo stato estremamente avanzato delle procedure adottate. In quanto, sia il Ministero dell’Ambiente, che quello della Cultura, hanno espresso, ognuno per la propria competenza, il parere sulla valutazione di impatto ambientale effettuata, prendendone atto positivamente.

Ma, in quella presa d’atto, vi è un’implicita sconfessione dell’iniziativa della viceministro, poiché il parere positivo dei due Ministeri attiene alla tecnologie proposte dall’impresa richiedente e non da altre. Cioè, approvando la V.I.A., il governo, nella sostanza, conferma l’uso della tecnica dell’airgun, che, invece, sarebbe oggetto di superamento, a seguito dell’attività supplementare spettante al gruppo tecnico che Bellanova vorrebbe insediare. È, dunque, scopertamente strumentale la “rassicurante” iniziativa della viceministro.

Ma, a tutto ciò, si aggiungono considerazioni politiche non secondarie. Legate a quanto avvenne l’anno scorso con il referendum sulle trivellazioni. Allorquando, prima del famoso “ciaone” dell’On. Carbone, Renzi, e con lui Bellanova, invitò l’elettorato a disertare le urne per depotenziarne il risultato in favore della grandi compagnie petrolifere. Oggi, quella contraddizione esplode in tutto il suo fragore.

Con i cittadini ed i sindaci salentini giustamente preoccupati per i destini del proprio mare. Proprio quei salentini e quei pugliesi che, ignorando l’intimazione di Renzi e Bellanova a restarsene a casa, andarono in massa alle urne per votare NO. A costoro dovrebbe rivolgersi il governo, per impedire che si compia lo scempio ambientale a cui essi si sono opposti con forza nel voto. Ed invece si va nella direzione esattamente opposta, confermando, con inusitata protervia, una linea di negazione del diritto dei cittadini di decidere del proprio destino e del proprio territorio.

Ecco, infine, la ragione per la quale, nei prossimi giorni, presenterò, a nome e per conto del Gruppo consiliare Articolo Uno-MDP, una proposta di legge che abbia per oggetto il divieto assoluto delle perforazioni nei mari di fronte alla Puglia. Che è l’unico strumento utile ad ottenere ciò che oggi il governo nega.

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