“Siciliano e Piccione continuano a strumentalizzare miseramente una realtà che non è quella che descrivono, manipolando il contenuto delle circolari regionali. Tutto questo lascia molto perplessi, anche perchè approfittano della situazione non facile di un gruppo di lavoratori”. Così il consigliere comunale di Andare Oltre Marcello Greco risponde ai consiglieri di minoranza Lorenzo Siciliano e Daniele Piccione che hanno invocato la stabilizzazione dei 23 Lsu del Comune di Nardò alla luce della convezione tra Ministero del Lavoro e Regione Puglia.

“I fondi del ministero per la stabilizzazione sono un contributo per i primi due anni, il terzo non è nemmeno garantito. Come se uno va a contrarre un mutuo con la certezza di poter pagare solo i primi due anni, forse il terzo. Sembra che i due consiglieri di opposizione non fossero presenti alla commissione consiliare nella quale fu discusso e analizato in profondità il tema. È chiaro che si tratta di una speculazione.
Disegnare poi come “altamente qualificato” il contributo dei 23 Lsu appare una forzatura, per utilizzare un eufemismo. Paventare un congelamento della attività amministrative, a seguito della mancata stabilizzazione, una castroneria. Ci sono sicuramente alcune figure che hanno avuto un percorso formativo degno di essere preso nella dovuta considerazione, ma
trascorrere una giornata seduti in un gabbiotto o sbattuti qua e là a spostare carte (nell’era della scambio digitale estemporaneo) non può definirsi un impiego qualificato e risulta evidentemente una mortificazione per il lavoratore. Certamente non è un impiego strategico per l’ente, come si ostinano a sostenere.

L’amministrazione comunale, secondo me giustamente, ritiene di dover trovare una soluzione adeguata, passando attraverso criteri di valutazione che non possono prescindere dalle esigenze della macchina amministrativa, dal contemperamento delle esigenze delle parti in causa e che impongono una valutazione finalizzata a considerare singolarmente ogni posizione. E quindi capacità, possibilità di reimpiego, condizioni reddituali della famiglia e altro. Quel che è certo è che questa convezione non risolve la situazione degli Lsu di Puglia, anzi sembra pensata per allungare l’agonia lavorativa e la conseguente incertezza di queste persone. Il cui destino in questo modo viene chirurgicamente e definitivamente lasciato ai Comuni”.

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