Eppure è così strano che, mentre Ambrogio Lorenzetti, abbia suggerito, illustrato e dimostrato già nel 1337 – 39, l’equivoco comportamento del CATTIVO GOVERNO E DELLE SUE (più che manifeste) ALLEGORIE, ancora non si sia fatta diventare, quest’opera, un elemento-guida nell’importante strategia della politica amministrativa.

Numerosi gli studiosi che ancora oggi sono impegnati nel leggere l’opera nei suoi più profondi significati. Si rimane basiti come, gli evidentissimi, corsi e ricorsi storici, non insegnino proprio nulla al presente e alla sua organizzazione sociale. Certo a Siena si volle creare, su commissione, quell’affresco, proprio per elencare e comporre l’identikit della scelleratezza che costringe le città inconsapevoli ad essere, poi, sottomesse dagli interessi di pochi nei confronti dei molti o della collettività. L’artista, nell’affresco, mise in bella mostra quelle banali, evidenti, abusate, scontate realtà, dei miserabili limiti umani, sintetizzandole nel “non rispetto” degli altri, delle altrui opinioni e di conseguenza, della mancata crescita della città che proprio da quei comportamenti viene limitata se non, col passare del tempo, del tutto annientata.

 

Sarebbe buona norma, entrare nella sala del Consiglio Comunale di qualunque città italiana, tenendo in mente ciò che quest’opera comunica, specialmente per chi deve esporre le sue istanze, come rappresentate (notate bene l’accezione sconvolgente) “al solo servizio” della collettività, la metafora che leggerete nell’opera è infatti quella dell ‘monarca’ BENE COMUNE.

Tutt’intorno a noi, è facilissimo scorgere queste confuse componenti, eppure notiamo la lentezza nel denunciarle oppure nel far finta di non vederle, magari con l’idea che rimangano invisibili a noi stessi e ai più. Un’allucinante indifferenza che si attua con una riconosciuta, “limitata libertà”, nel non produrre felicità per tutti, perché poi, in fin dei conti, è di questo si tratta; siamo meno liberi rispetto a ciò che potremmo pretendere e avere dalla nostra vita.

Ciò che ha sempre meravigliato è l’importanza che nell’opera di Ambrogio Lorenzetti, viene data alla qualità dei rapporti umani, a quella dei rapporti sociali, all’importanza della comunità, alla ricerca del suo bene comune e soprattutto alla proiezione di tutte queste belle componenti nell’ambiente naturale intorno alla città. Il buon commercio, la buona comunicazione, lo scambio di prodotti, il rapporto con gli animali, con gli edifici, fra persone è indicato in maniera perfetta.

Ma mentre nell’ “Allegoria del buon governo e i suoi effetti” si nota la serenità e l’aleggiare tranquillo della figura de “LA GIUSTIZIA”, nell’ “Allegoria del cattivo governo e i suoi effetti”, sono invece le armi, il litigio, la divisione, i soldati, le case distrutte o degradate e la natura maltratta, ad essere poste in primo piano. Su di loro, fisiologicamente, chiarissimo il messaggio medievale e tutt’ora, riconoscibilissimo nel nostro tempo, aleggia la figura de “IL TIMORE”.

Intanto osserviamo l’opera di cui vi lanciamo il link di wikipedia e notate da vicino i personaggi con i tanti particolari che la compongono, in un prossimo articolo con calma cercheremo di spiegare i nuovi significati, anche ermetici, svelati ancora oggi, che parlano delle simbologie nuove di questa bellissima opera. Ogni politico dovrebbe conoscere a memoria almeno la sua impostazione allegorica per trarne utili riflessioni sulla condivisione sociale e l’importanza del bene comune per una città che voglia crescere. La città vive, non con eserciti agguerriti (la forza sulla parola), ma con cittadini consapevoli delle proprie grandi potenzialità (la parola sulla forza).

«Là dove sta legata la iustitia,nnessuno al ben comun già mai s’acorda, né tira a dritta corda: però convien che tirannia sormonti, la qual, per adempir la sua nequizia, nullo voler né operar discorda dalla natura lorda de’ vitii che con lei son qui congiunti.

Questa caccia color ch’al ben son pronti E chiama a sé ciascun c’a male intende; questa sempre difende chi sforza o robba o chi odiasse pace,unde ogni terra sua inculta giace»….

 

Una buona lezione di politica per la città e il territorio può essere serenamente letta e discussa prendendo come riferimento le immagini e i versi che le spiegano ai link :

 

http://66.71.178.156/materiali%20didattici/De%20Benedictis%202004/Materiali%20lezioni/Iscrizio.htm

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Allegoria_ed_effetti_del_Buono_e_del_Cattivo_Governo

 

Paolo Marzano – dell’ Osservatorio sulla città – Nardò (Le)

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