In data 08.05.2014 si è svolta la seconda seduta della Commissione Ambiente finalizzata allo studio del progetto presentato dalla ditta ItaSmal srl, già proprietaria della cava di calcarenite in zona “Pantalei” e richiedente un ampliamento di oltre 8 ettari rispetto ai 5 già autorizzati.
In tale circostanza, i componenti della Commissione sono addivenuti alla conclusione di differire la conferenza dei servizi convocata, dal responsabile Suap, per lunedì 12.05.2014; qualora non fosse possibile perseguire siffatto intento, si ritiene oltremodo necessario garantire la presenza del Sindaco ai lavori della stessa, con conseguente eventuale Sua richiesta di aggiornamento.
Non si è ritenuto, infatti, di poter concludere la seduta anzidetta esprimendo un parere – positivo o negativo – in merito alla richiesta formulata, a causa delle serie perplessità scaturenti dagli impatti ambientali che, inevitabilmente, tale ampliamento produrrebbe. Nello specifico, risultano assenti le valutazioni di impatto cumulativo (ossia le valutazioni ambientali uniche per l’intera area interessata e non frazionate per singolo impianto) che, a parere della Commissione ma, ancor più, sulla scorta di autorevoli e recenti sentenze del T.A.R., sono obbligatorie in caso di compresenza di più impianti. Non ci si può esimere, infatti, dal rammentare che a poche decine di metri insiste (anche) l’ormai famigerata discarica di “castellino”.
Ulteriore sconcerto deriva da un’altra circostanza: nel medesimo frangente temporale, un’altra cava avanza richiesta per l’autorizzazione all’immissione in atmosfera delle polveri rivenienti dagli scavi. Muta il luogo, stavolta siamo in località Fattizze, (quindi, un po’ più lontani dal centro abitato) ma stiamo pur sempre parlando del territorio di Nardò!
La notizia che perplime ancor più: nel mentre si dibatte in relazione alla concessione – o meno – della prima autorizzazione, perviene, sorprendentemente ed inaspettatamente, la seconda richiesta. Ancora una volta, nessuno sa alcunchè in merito?? La Provincia di Lecce invita il Comune di Nardò alla Conferenza dei Servizi , da tenere presso la Provincia medesima in data 12.05.2014 (stesso giorno della prima!) alle ore 10.00 e inerente l’Autorizzazione Unica Ambientale della cava di estrazione di proprietà Giordano srl. Beffa o ironia della sorte?
A tal proposito si riporta la notizia apparsa sul sito di TR NEWS del 4 febbraio 2014:
“NARDO’- …In mattinata, in Località “Fattizze” del Comune di Nardò nei pressi della pista della Porche, nella cava per l’estrazione della pietra della ditta GIORDANO srl, il personale del NIPAF del Corpo Forestale dello Stato di Lecce ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso in data 29 gennaio 2014 dal Gip (…).Si è proceduto al sequestro preventivo dell’intero impianto di estrazione e frantumazione della pietra in quanto da accertamenti eseguiti dalla Forestale, su specifica delega dell’autorità giudiziaria, l’impianto era sprovvisto della necessaria autorizzazione all’ emissione in aria”…..
All’uopo, doverosa è apparsa la immediata e personale richiesta del sottoscritto, rivolta all’Ufficio dell’Area 2ˆ onde inoltrare, a sua volta, con estrema solerzia, nei confronti all’Ufficio di Presidenza della provincia di Lecce., formale richiesta di accesso agli atti relativi al procedimento in questione.Nonostante, quindi, si stia pensando di incaricare autorevoli professionalità (Università p.e.), atte allo studio degli effetti cumulativi (sfruttando magari la possibilità che la Legge 241/1990 fornisce circa l’addebito delle spese alla stessa ditta proponente); nonostante la richiesta formale e protocollata di rinviare la conferenza dei servizi; nonostante il parere negativo dell’AQP – che oltre ad aver denunciato abusivismi in loco, ha omesso di esprimere parere per mancanza di documentazione specifica; nonostante il parere generico ma, assolutamente condizionato, dell’Autorità di Bacino (che, tra l’altro, dichiara di non avere avuto abbastanza tempo per approfondire l’analisi del progetto), si è ritenuto opportuno procedere alla tenuta della conferenza. Procedimento che, se iniziato, dovrebbe necessariamente concludersi entro tempi ben precisi. Duole rilevare, per l’ennesima volta, come a soccombere sia sempre ed ulteriormente il territorio e chi in esso ci vive, già martoriato da molteplici problemi e destinato a subire ulteriori oppressioni scaturenti dalla ovvia presenza di una o più cave sul suolo neritino.I rischi sono troppo alti e gli effetti nefasti si riverbererebbero a lungo termine; pertanto, alla luce di siffatti rilievi, si ritiene alquanto superficiale presumere di risolvere la questione semplicemente con una frettolosa conferenza dei servizi.
Il grido di allarme attuale è uno soltanto: “Si ascolti la voce dell’ambiente ferito!”
Dr. Salvatore AntonazzzoPres. Commissione Ambiente – VicePres. Movimento Regione Salento