Ci vendica la Colombia, se così si può dire. In realtà, la splendida nazionale di Pekerman che spazza via l’Uruguay negli ottavi del Mondiale non ha proprio l’Italia tra i pensieri del momento, sebbene cinque dei titolari di stasera appartengano a club della nostra serie A. Al Maracanà finisce 2-0, doppietta di un sontuoso James Rodriguez. In quella sorta di Coppa America che è la parte alta del tabellone, un nuovo derby sudamericano attende il Brasile padrone di casa, dopo lo spavento di oggi. E sarà un’altra battaglia, perché i colombiani, mai così avanti nella storia del torneo, sono ancora più forti dei cileni.

ATTENTI A QUEI DUE — A Rio de Janeiro è l’ottavo dei grandi assenti: la Fifa ha rispedito Suarez a casa, non apprezzando granché la rivisitazione di Twilight con Chiellini vampirizzato, ma anche tra i Cafeteros manca la stella, Falcao, non recuperata in tempo per il Mondiale. La differenza è che i tifosi della Celeste inneggiano al Pistolero ogni quarto d’ora, mentre i colombiani non soffrono troppo la nostalgia, vista l’abbondanza di talento in campo. Cuadrado e James Rodriguez hanno un cambio di passo proibitivo per i cagnacci uruguaiani che provano a contenerli, Gutierrez e Martinez sono bocche da fuoco dal nome e dal pedigree meno ingombranti rispetto al Tigre, dunque la qualità tecnica di James può fluire illimitata. Falcao resta una delle migliori punte al mondo, ma è un dato di fatto che senza di lui l’Atetico Madrid abbia disputato una stagione straordinaria e che la sua nazionale sappia farne a meno.

IL GIOIELLO — Dopo 28 minuti senza brividi indimenticabili, con le tifoserie che ne approfittano per (non) fare amicizia, la scena se la prende James Rodriguez: la star del torneo trova un modo spettacolare per segnare il suo quarto gol mundial, inventandosi un controllo di petto seguito da un sinistro volante che Muslera può solo sfiorare. Con grande senso del dramma, questa magia la disegna in faccia a Godin, giustiziere degli azzurri e uomo baciato dal destino in una stagione indimenticabile a Madrid. L’Uruguay, che fino a quel punto aveva difeso con cinque uomini più tre a protezione, reagisce con orgoglio. E nei tre minuti successivi squilla più volte con Cavani: un cross insidioso, un tiro ribattuto e una punizione alta. Sale la tensione, Yepes e Forlan se le promettono, l’intervallo calma i bollori.

 

ATTENTI A QUEI DUE — La Colombia, però, non lascia nello spogliatoio la voglia di spingere e accelerare. Insegue da subito il 2-0 e lo ottiene al 5’, con un’azione che diventerà materia di studio nelle scuole di Bogotà: Martinez arretra e allarga il pallone per Armero, il cross dalla sinistra è raccolto da Cuadrado che, dal lato opposto, appoggia di testa all’indietro per la correzione vincente di Rodriguez. Facciamo cinque, allora, per quei gol mondiali di James, nuovo capocannoniere de Mondiale. È il colpo che ammazza la partita, anche se Tabarez si gioca tutto (dentro Stuani, Ramirez e Hernandez) e l’Uruguay ha il cuore di provarci fino in fondo. Ospina si dimostra un ottimo portiere, negando la rete due volte a Rodriguez e una a Maxi Pereira e Cavani, con interventi di difficoltà crescente. Attacca, la Celeste. Ma non è sempre Natal. E stavolta non morde. Forse perché mancava lo specialista….(la gazzetta dello sport)

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