(AGI) – Roma, 11 lug. – Nel quarto giorno dell’offensiva israeliana il conflitto con Hamas e’ in continua escalation, con il bilancio – assolutamente provvisorio – dei raid sulla Striscia di Gaza
che ha raggiunto i 103 morti e i 600 feriti e il movimento islamico che si dice pronto a una “guerra di mesi” e minaccia di colpire con i razzi l’aeroporto di Ben Gurion, a Tel Aviv.
“Siamo pronti a mesi di combattimenti, la guerra questa volta sara’ diversa dalle altre e il nemico non si fermera’ se non alle nostre condizioni”, ha avvertito Mahmoud al Zahar, dirigente del movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza. Membro fondatore di Hamas, al Zahar ha aggiunto che “stavolta il popolo palestinese e’ unito nell’affrontare questa guerra e le cose andranno diversamente”.
Da parte sua Benjamin Netanyahu ha chiarito che “la pressione della comunita’ internazionale non ci impedira’ di ‘colpire i terroristi’ per infliggere ‘un colpo decisivo’ ad Hamas”. “Israele, ha ribadito il premier, proseguira’ la sua offensiva fino a quando non sara’ certo che cessera’ il lancio di razzi da Gaza e sull’eventuale invasione di terra, ha ribadito che Israele e’ pronto siamo pronti a tutte le opzioni”.
A questo proposito l’esercito israeliano ha intanto reso noto che 33.000 dei 40.000 riservisti richiamati sono operativi e secondo fonti dello Stato Maggiore, citate dalla radio militare, “entro le prossime 48 ore” e’ attesa la decisione del governo sull’autorizzazione all’invasione della Striscia di Gaza.
Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno avvertito le compagnie aeree di non volare sullo scalo internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, nel mirino dei razzi che anche oggi sono stati lanciati verso la piu’ popolosa citta’ israeliana e sono stati intercettati e distrutti dal sistema antimissile Iron Dome, gli ultimi due in serata. L ‘aeroporto e’ rimasto operativo fin dall’inizio, la notte tra lunedi’ e martedi’, dell’offensiva Margine di sicurezza, ma in alcuni casi i voli sono stati deviati verso nord. “L’ aeroporto Ben Gurion sara’ uno dei nostri obiettivi perche’ ospita anche una base dell’aeronautica militare”, hanno fatto sapere le Brigate con una nota in cui hanno sottolineato di aver gia’ tentato di colpire lo scalo.
Barack Obama, ha telefonato nella notte al premier israeliano Benjamin Netanyahu per comunicargli che gli Usa sono pronti a mediare tra israeliani e palestinesi per far cessare le ostilita’, anche risuscitando “l’accordo per il cessate il fuoco del novembre 2012”.
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha sollecitato un cessate il fuoco, definendo “inaccettabile” la minaccia che Hamas pone alla sicurezza di Israele con il costante lancio di razzi su obiettivi civili ma lamentando anche il bilancio “ogni giorno piu’ pesante e intollerabile” delle vittime palestinesi”.
Da parte sua, l’ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, ha chiesto all’Italia e alla comunita’ internazionale di fare pressioni “sui Paesi che hanno influenza su Hamas”, affinche’ metta fine al lancio di razzi e si possa arrivare a un cessate il fuoco, In particolare ha chiesto di intervenire sul “Qatar che li finanzia, la Turchia che li sostiene politicamente e l’Egitto, che”, a quanto risulta a Israele, ora “sta facendo del suo meglio”.
E’ intervenuta anche l’ambasciatore dell’Anp a Roma, Mai Alkaila, che ha lanciato un appello alla comunita’ internazionale perche’ intervenga immediatamente per mettere fine alla “barbara aggressione israeliana contro il popolo palestinese”. La priorita’ oggi e’ “fermare il massacro” di civili palestinesi a Gaza, gli ha fatto eco Nemer Hammad, consigliere politico di Abu Mazen. “Non si puo’ parlare di guerra perche’ non ci sono due eserciti”, ha sottolineato Hammad, sostenendo che per “fermare questa aggressione” c’e’ bisogno di “una forte e seria iniziativa”. .