La convocazione da parte della Corte dei Conti, per il prossimo 30 luglio, dell’Ufficio Finanziario del Comune di Nardò, per verificare alcune anomalie relative ai bilanci del 20111/12, merita una riflessione politica, al di là dei soliti commenti di occasione ( ve lo avevo detto io) da parte di qualche esponente politico che almeno negli ultimi 20 anni ha cavalcato la scena politica del nostro paese, e vista la situazione della città e dei conti pubblici, farebbe meglio a tacere.

 

Occorre, invece dare atto che , lo scrivente , coadiuvato dai consiglieri Donadei Salvatore e Totuccio Calabrese prima, Mellone Pippi e Bruno Antonella dopo, ha svolto egregiamente il ruolo affidatogli dalla legge, di controllo e denuncia di ogni genere di raggiro a scapito dei cittadini, sebbene occorre constatare che ad oggi solo il sottoscritto ed il consigliere Mellone continuano a non transigere su determinate scelte fatte dall’amministrazione.

 

Questa convocazione dà merito al lavoro certosino del vecchio collegio dei revisori, e di denuncia dei consiglieri di cui sopra. I primi ligi al dovere e distanti da ogni ingerenza politica, hanno preso le distanze e non hanno assecondato comportamenti poco chiari , i secondi hanno interpretato correttamente il loro ruolo assumendosi non poche responsabilità, di fronte alle quali “altri” consiglieri di opposizione hanno pensato bene di abdicare.

 

Anche in questo caso, si fa il solito opportunista e meschino errore di addossare le colpe agli uffici preposti( che di certo non profumano di santità) e non si ha, piuttosto, il coraggio di dire che un certo modo di governare la cosa pubblica ha portato allo sfascio l’ intera città sia dal punto di vista economico che sociale. Basterebbe fare una fotografia delle sedute dei consigli comunali in cui bisogna approvare i bilanci, per assistere a delle vere e proprie rappresentazioni teatrali in cui si alternano “ scomparse e comparse” di consiglieri comunali, mancanti di qualsiasi senso di moralità, che approfittano della situazione per “ ricattare” la maggioranza di turno ed ottenere favori personali. Dopo le prove generali delle varie rappresentazioni teatrali di approvazione di bilancio, tutti sono pronti a deliberare favorevolmente, spesso ignorando il contenuto di ciò che stanno facendo, se non per la parte interessata , ed incuranti dei danni provocati alla città.

 

E’ ovvio che tutto ciò snatura completamente il ruolo del politico che impone all’ufficio, nel redigere il bilancio, un indirizzo “ condizionato”, ed in quanto tale non potrà mai effettuare un controllo serio.

 

Eppure, per paradosso, molti di questi soggetti, che da anni occupano cariche politiche, continuano a proclamarsi tutori del bene pubblico.

 

 

 

 

 

Oronzo Capoti E Roberto Russo