Cari collaboratori del Movimento 5 Stelle premetto che ho lavorato al WWF per venti anni come segretario regionale della Lombardia (gestivo – ovviamente con uno staff – circa 27 sezioni locali e 60.000 soci) e quindi qualche cosa di associazionismo, di gestione di gruppi e di campagne capisco.

 

Sono uno dei fondatori di Rete Lilliput e della Rete civica italiana dalla quale poi é partito il progetto per creare una nuova formazione politica civica detta “Lista civica italiana” (www.listacivicaitaliana.org), penso che qualcuno di voi la conosca.

 

La mia domanda di base: quale é il vero obiettivo del Movimento 5 Stelle?

 

La risposta dovrebbe essere scontata ed é: “togliere l’Italia dalla scivolosa e pericolosissima china in cui si trova ridando fiducia nelle istituzioni democratiche agli italiani e applicando finalmente la nostra Costituzione”. Se però dovessi giudicare dai fatti e da come vi comportate mi viene il dubbio che quello non sia il vero obiettivo.

Dico questo per i seguenti motivi.

1) Finanziamento pubblico. Vi siete fatti una gran pubblicità per la restituzione del finanziamento elettorale.

Io e tanti come me, vi abbiamo votato alle politiche del 2013 per avere risultati politici concreti.

Per ottenerli il M5S é chiamato a fronteggiare spregiudicati gruppi di potere che hanno strumenti efficacissimi come l’informazione (TV e giornali) e soldi.

Il M5S deve quindi sfruttare ogni opportunità, ogni risorsa a sua disposizione per essere efficace.

 

La battaglia di febbraio 2014 sul decreto IMU-Banca d’Italia (e svendita del patrimonio pubblico immobiliare) che come Lista civica italiana ho seguito da vicino, é un esempio di quello che intendo dire. Ci siamo dannati, noi come Lista civica italiana (un microbo in confronto al M5S) e voi in Parlamento per fermare quel decreto peraltro illegale e non ci siamo riusciti.

 

Con i soldi del finanziamento pubblico il M5S avrebbe potuto comprare pagine di giornali o pagare spot radiofonici o volantinaggi per informare gli italiani. Sarebbe stato un uso assolutamente degno, intelligente e incontestabile.

 

Inoltre che senso ha restituire dei soldi di cittadini (anche i miei!) ad uno Stato che li spreca per fare studi sul ponte di Messina? Visto che il M5S ha avuto la fortuna e il merito di avere quei milioni di euro li avrebbe dovuti restituire ai cittadini selezionando e finanziando i progetti più meritevoli proposti dalla società civile per risolvere problemi concreti in campi di diretto interesse dei cittadini (Sanità, scuola, filiere corte, ecc.). Per la selezione si sarebbe potuta creare una commissione di persone indipendenti e credibili.

 

Con questi soldi il M5S potrebbe anche pagare campagne per far crescere la cultura civica degli italiani. Ritengo ad esempio che ci sia un grande bisogno di far conoscere la nostra Costituzione agli italiani: cittadini/e che si fanno abbindolare da Renzi con 80 euro, (e da B. con l’abolizione dell’ICI) sono persone che non conoscono, tanto per fare un esempio, l’art. 53 della Costituzione che sancisce il principio della fiscalità progressiva e basata sulla capacità contributiva. Informiamoli e gli rideranno in faccia.

 

Aggiungo un pensiero perfido: un movimento “povero” é più facilmente dominabile e meno efficace…

 

2) Uso e coordinamento della rete territoriale. Il M5S ha una invidiabile rete di attivisti sul territorio in grado di parlare direttamente alla gente. Per quanto ne so, tranne occasioni speciali, la rete di attivisti non viene formata e coordinata per fare campagne mirate (vedi ad esempio l’informazione-educazione degli italiani su temi fondamentali quali la Costituzione, la democrazia diretta, le conseguenze del fiscal compact).

Perché inoltre i vari meet up sono scollegati tra loro? Perché non esiste un sistema per farli parlare tra loro, per metterli in rete? Il M5S ha paura di creare in tal modo delle dinamiche incontrollabili?

 

Certo una rete coordinata implica anche condivisione di obiettivi, implica incontri per condividere una linea, implica preassemblee, delegati. Richiede un congresso… Le linee fondamentali di un Movimento o di un partito devono essere discusse in riunioni in cui ci si parla di persona.

Sono occasioni di notevole crescita degli attivisti e di rafforzamento della capacità di lavorare insieme che permettono inoltre di gestire meglio gli “iscritti dell’ultima ora”, che si attaccano al carro per opportunismo o, peggio, per distruggere.

Pensare di risolvere la gestione di un gruppo politico nazionale con richieste saltuarie fatte tramite il blog o con la costruzione di documenti via internet è un po’ ingenuo e mistificatorio.

Inoltre tutta la gente interessata al M5S che non ha internet che fa? Conta zero?

 

3) Alleanze con gruppi della società civile o nuovi gruppi politici.

Trovo sbagliata la scelta del M5S di non fare alleanze con nessuno: nemmeno a livello comunale, provinciale e regionale, come è successo in tanti territori. Sul serio pensate di essere gli “unici validi”, di poter fare tutto da soli? Sul serio il M5S pensa di diventare il partito del 51% e di ottenere ampi consensi comportandosi in modo autoreferenziale? Una cosa del genere sarebbe auspicabile per la democrazia italiana?

A mio avviso in Italia – tanto per fare un esempio – una parte dell’elettorato se non trova la parola “sinistra” nel logo del partito non lo vota, un’altra non ama lo stile del Movimento 5 Stelle e non lo voterà mai; un’altra ancora non vuol più sentir parlare di diatribe ideologiche e spesso strumentali tra destra e sinistra. Beppe Grillo non può ispirare fiducia a tutti!

Per vincere occorre perseguire una strategia a più voci che comprenda soggetti politici affini in grado di rivolgersi a bacini elettorali diversi e di lavorare insieme su punti concreti quali: la difesa e applicazione della Costituzione, la riforma fiscale a partire dall’art.53 della Costituzione; la tutela dei beni comuni; il debito pubblico e gli effetti del fiscal compact; le leggi per dare agli italiani gli strumenti della democrazia diretta e partecipata per integrare la democrazia rappresentativa; lo sviluppo di un’economia sostenibile con la relativa creazione di posti di lavoro; la legalità e la lotta alla corruzione; la lotta alla speculazione finanziaria.

Mi pare che in questo momento, considerata la composizione dell’elettorato italiano, i soggetti politici affini potrebbero provenire dall’area del M5S, dall’area del civismo, da un’area “progressista” tutta da creare.

 

Tutti questi nuovi soggetti dovrebbero pensare al bene comune e non all’autoconservazione. Dovrebbero inoltre dotarsi di regole per evitare le degenerazioni partitiche che ben conosciamo. Quindi stop ai privilegi, riduzione degli emolumenti, numero di mandati limitato, scelta di candidati competenti e credibili con procedure democratiche a partire dai territori.

 

Le cause che infatti hanno provocato il fallimento di esperimenti interessanti anche recenti sono state sempre le stesse: presenza “ingombrante” di forze politiche che devono autoconservarsi, personalismi sfrenati, caccia alla poltrona ben retribuita, ignoranza di problematiche fondamentali, non considerazione e valorizzazione dell’immenso patrimonio di esperienze locali, presenza di “soliti noti” che dietro le quinte decidono tutto.

 

E allora perché il M5S non collabora con tutte quelle formazioni affini, movimenti, associazioni, comitati locali con cui per molto tempo si sono portate avanti iniziative condivise nei territori e da cui, improvvisamente, sono state prese le distanze secondo la logica “o con noi o non esistete” ? Perché il M5S non aiuta alcune formazioni politiche promettenti a svilupparsi per poi fare insieme la battaglia in parlamento? Una strategia lungimirante e intelligente potrebbe prevederlo!

 

Mentre tergiversate su queste importanti strategie, le forze che combattiamo stanno smantellando l’Italia e tornare indietro sarà sempre più difficile.

 

E anche qui il dubbio che non vogliate essere realmente efficaci purtroppo si riaffaccia. Quanto meno vi siete “ingabbiati” con le vostre stesse mani.

 

4) Paura di diventare un partito, il non-statuto, le procedure di garanzia. La nostra Costituzione (art.49) dice che quando i cittadini si uniscono con una visione condivisa circa la gestione dello Stato, fanno un programma e si candidano si chiamano “partito”. Perché demonizzare questa parola? Solo perché delle persone in malafede l’hanno usata per scopi che sono la negazione del bene comune?

Mia nonna diceva “male non fare, paura non avere”. Se si fanno le cose per il bene comune e onestamente, non si deve aver paura delle parole.

 

Un altro vostro aspetto che mi lascia alquanto perplesso é la paura della “struttura”, dell’ “organizzazione”.

 

E’ vero, una struttura richiede personale, il personale costa e quindi c’é un elevato rischio che poi la struttura lavori non più per gli ideali ma per mantenere se stessa. Purtroppo i tempi della politica sono molto impegnativi e quindi non si può pensare di cambiare l’Italia solo con il volontariato che resta comunque una componente vitale, basilare e indispensabile per mantenere gli ideali intatti nel tempo.

 

E’ quindi importante fare in modo che nei regolamenti del Movimento ci sia un saggio bilanciamento tra staff e volontariato che permetta alla “base” o quanto meno agli attivisti di poter intervenire rispetto alle possibili degenerazioni dello staff e alla gestione del Movimento.

 

Infine né nel “Non statuto” che nello Statuto depositato nel 2013 c’é traccia di una procedura di garanzia per chi viene espulso.

Mi pare un questione di tipo puramente “umano”: come fai a trattare i tuoi collaboratori in questo modo? Come puoi pretendere che ci sia un ambiente sereno di discussione per gli attivisti se chi avanza una critica può trovarsi espulso dall’oggi al domani senza un organismo indipendente (es. un comitato di garanti scelto dall’assemblea) che lo tuteli da eventuali eccessi o fraintendimenti del “capo”?

 

5) Ti/vi voglio fare infine un’ultima domanda.

Perché il Movimento 5 Stelle non ha collaborato in occasione di due iniziative che sono la campagna “Ferma la banca” e il Progetto di legge di iniziativa popolare “Quorumzeropiudemocrazia.it”

 

La prima campagna serviva per far recedere Banca Intesa dal finanziamento delle grandi opere (EXPO 2015 compreso!) e ne ho parlato personalmente con Beppe in occasione della sua venuta a Milano alla Feltrinelli per parlare del libro “Siamo in guerra”: il mezzo da usare era quello di invitare i correntisti a chiedere un cambiamento di rotta alla banca e poi a spostare eventualmente per protesta il conto su banche più “etiche”. Beppe mi aveva promesso una intervista da mettere sul sito al nostro esperto di finanza e grandi opere… mai concluso nulla!

 

La seconda aveva l’obiettivo di raccogliere 50.000 firme per il progetto di legge per portare la democrazia diretta in Italia. I referenti di alcuni gruppi italiani che si occupavano dell’iniziativa e di democrazia diretta hanno scritto a Beppe per chiedere l’aiuto del M5S a un mese dalla scadenza della raccolta firme: diversi gruppi locali hanno dato e già davano una grossa mano ma la “testa” del M5S non ha fatto nulla per muovere tutto il M5S.

Tra l’altro ricordo ancora bene l’intervista di due pagine su “Il Fatto Quotidiano” del 13 giugno 2012 in cui Beppe diceva che avrebbe portato la democrazia diretta in Italia…

 

Conclusione

 

Il M5S se continua a non risolvere i punti qui elencati fa veramente pensare di voler tenere “congelata” una parte di società vispa e combattiva. Gli attivisti del M5S infatti potrebbero, se ben organizzati nelle piazze e con internet, contribuire notevolmente a frenare le manovre che la finanza internazionale sta facendo allo scopo di depredarci dei nostri beni (immobili, aziende, paesaggio, servizi fondamentali come l’acqua pubblica, la sanità, i trasporti ecc.) e trasformare così in beni reali gli ingenti capitali virtuali accumulati in anni di speculazione e di deregolamentazione.

Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno fatto e fanno il lavoro di spianamento della strada: magari a un pezzo alla volta, ma l’importante é raggiungere l’obiettivo generale.

 

La “testa” del M5S con regole assurde e privandosi con le sue mani delle risorse economiche tiene al palo il Movimento che avrebbe la possibilità di ostacolare questo processo…

Volete discuterne? Vogliamo discuterne?

 

Sono stato troppo “cattivo”? Sta a voi dimostrare che non é così.

Spero in ogni caso che dal mio scritto traspaia il desiderio di essere costruttivo anche se “indigesto”.

 

Se pensate che sia utile sono disponibile a incontrarvi.

 

Un abbraccio a tutti!

 

Roberto Brambilla

 

 

Membro del coordinamento nazionale di Lista civica italiana www.listacivicaitaliana.org

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Ultimo aggiornamento: 02/01/2025
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