(AGI – Cremona, 3 ott. – La parola ai periti informatici nell’ambito della maxi inchiesta sul calcioscommesse. Nel corso dell’incidente probatorio disposto dal Gip di Cremona, Guido Salvini, ieri e’ arrivata parte dei risultati delle perizie su richiesta del procuratore Roberto di Martino
in cui sarebbero emersi ancora una volta un fiume di denaro e gare combinate dei campionati dal 2007 al 2008 e ci sarebbe anche il Sassuolo nell’occhio del ciclone. Sono stati passati al setaccio 200 tra computer, smartphone e tablet del centinaio di indagati nell’ambito dell’inchiesta. Negli apparecchi di 27 indagati sono state trovate le 19 parole chiave che il procuratore aveva chiesto di cercare. Parole come abbraccio, assegni, beppe, bolognesi, cambiale, cervia, civ, garanzia, gol-gol, handicap, makelele (il sopannome di Antonio Bellavista, l’ex capitano del Bari per l’accusa pedina chiave della scacchiera internazionale del calcio malato), over, ovetto, pareggio, under, uovo grande, uovo piccolo, vittoria, zingari-zingaro. Non in tutti i casi i periti hanno potuto lavorare per la mancata collaborazione di alcuni personaggi. Stefano Mauri ad esempio non ha fornito il codice pin del proprio telefonino, cosi’ come hanno fatto Ivan Tisci e Mauro Bressan.
Ma sono state le perizie sugli apparecchi dell’allibratore pescarese Massimo Erodiani e dell’ex commercialista di Beppe Signori, Mario Bruni, a far emergere nuovi particolari su partite vecchie e nuove. I dati raccolti sul pc di quest’ultimo hanno portato alla luce un enorme giro di denaro. Risulta illeggibile inoltre la copia forense delle analisi effettuate sul pc di Antonio Conte, tecnico della nazionale italiana. Intraducibili invece alcune conversazioni riferite a Luca Burini, ex manager che da vent’anni lavorava in Cina, accusato di riciclaggio di denaro.
Le perizie sono ancora incomplete e i risultati completi verranno illustrati all’udienza del 29 ottobre. Intanto, non si muove dalla Macedonia Hristiyan Ilievski, il principale latitante del calcioscommesse, difeso dall’avvocato Luca Curatti, che assiste anche Gegic e Marco Paoloni, l’ex portiere della Cremonese e del Piacenza, nei cui apparecchi informatici i periti, a detta del difensore, non hanno trovato nulla.