Da tempo sentiamo parlare di Burocrazia, ente astratto, massa di persone addette a risolvere in nome della collettività, procedimenti amministrativi che incidono sulle iniziative economiche e finanziarie della collettività..
Burocrazia è un termine sotto il quale i burocrati , forti del potere loro demandato, presiedono uffici per favorire lo svolgimento delle pratiche a loro demandate.
In un Paese civile la Burocrazia è necessaria, indispensabile e utile, guai se non ci fosse!.
Col termine “burocrazia” intendiamo “ ‘insieme degli uffici e dei funzionari della pubblica amministrazione sia essa statale, regionale, provinciale o comunale”.
Burocrazia è un termine composto da bureau (“ufficio” in francese) e da krátos (“potere” in greco) e si intende l’organizzazione di persone, di uffici e di risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità e impersonalità.
Fu l’imperatore romano Claudio che volle delegare il suo potere a una serie di persone ( la incipiente burocrazia) onde amministrare meglio le risorse e la giustizia nel paese.
Erano quindi funzionari strettamente devoti e fedeli all’Imperatore, giusti e attivi, responsabili e capaci.
Inizialmente pochi, successivamente in numero sempre crescente.
Col passar del tempo questi funzionari “eletti” divennero avidi, corrotti e poco rispettosi del potere delegato tanto da essere continuamente ripresi, sostituiti e condannati.
Per porre ordine e gerarchia negli affari dello Stato, sempre più grande e complesso, il personale fu aumentato cercando di costituire uffici sempre più periferici e nominare persone sempre più accorte, responsabili, fedeli e preparate.
In epoca moderna l’introduzione sistematica di una burocrazia rigidamente organizzata risale all’epoca della costituzione dei primi Stati nazionali, con un ruolo di primo piano ricoperto da Napoleone Bonaparte.
Questi riuscì a realizzare un apparato burocratico estremamente accentrato, fondato sulla funzione dei Prefetti con lunghe mani in periferia, per nulla pachidermico, anzi snello, attento e ben funzionante.
A questo modello napoleonico, dopo il congresso di Vienna del 1815, si ispirarono i governi della Restaurazione compresi i Savoia senza però riuscirvi appieno.
Il termine fu successivamente definito in maniera sistematica da Max Weber come il “potere degli uffici” o più correttamente, una forma di esercizio del potere che si struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una volta per tutti e immodificabili dall’individuo che ricopre temporaneamente una funzione.
Malgrado le precisazioni di responsabilità, emanate dall’autorità, susseguite nel tempo, il termine “burocrazia” si è sempre più fatto forte generando caste, apparati e poteri legati alla funzione.
Oggi il termine ha una accezione notoriamente negativa, a causa delle cosiddette “conseguenze inattese” venute fuori nel corso del XX secolo, definite da alcuni come degenerazione del fenomeno burocratico.
Degenerazioni che a lungo andare hanno finito con l’ingessare il sistema costituito da: rigidità, lentezza, incapacità di adattamento, inefficienza, inefficacia, lessico difficile o addirittura incomprensibile (il cosiddetto burocratese), mancanza di stimoli, deresponsabilizzazione, eccessiva pervasività, tendenza a regolamentare ogni minimo aspetto della vita quotidiana.