Un po’ serio un po’ ironico il mio titolo, quasi a sminuire un argomento invece serio e attuale. Ovviamente l’uomo del titolo sono io, giusto casomai qualcuno si sente parte in causa o accostato ad un pesce così comune e poco blasonato. Ogni volta che in acqua vedo un muggine con segni di morso dei serra mi sento vicino alla loro parrocchia, senza ovviamente sentirmi parte della categoria, perchè sono dei pesci con poche difese, presenti in gran numero ma sempre alla mercè di predatori mai presenti prima di questi anni e, invece ormai virali dappertutto, specie nelle zone precluse alla pesca come l’Area Marina protetta di Porto Cesareo.

Questa buffonata travestita da Parco funge da nursery per tutti i predatori che imperversano di notte in tutto il Golfo di Gallipoli, tornando di giorno in posti sicuri come la baia del Frascone o quella di S. Isidoro, per la gioia dei cannisti che giornalmente quasi, con fare innocente ne fanno incetta, pur essendo vietato pescare in tali aree.

Mi chiedo ormai da anni se nella zona A del Parco vi siano reati di serie “A”, “B”, “C”, considerato che i pescatori da riva non vengono quasi mai sanzionati, pur non potendo fare nessuna selezione del pescato, quelli in barca, se sono brave persone che magari hanno fatto una marachella sperando di farla franca vengono senza pietà e misericordia sodomizzati, salvo invece trovare il tipo che non ha nulla da perdere, invitato con modi gentili e cortesi a lasciare la zona interdetta.

 

Certo levare il culo dal letto all’alba è traumatico, ma se lor Signori addetti al rispetto delle regole che dovrebbero valere per tutti, lo facessero nei fine settimana ( basterebbe solo sabato e domenica ), potrebbero far campare il Parco senza fondi Pubblici, tale è la quantità di trasgressori presenti a riva. E le telecamere non cambieranno nulla o quasi contro coloro che non hanno da perdere.

Adesso vi riferisco, o Altissimi, una imbeccata: quasi giornalmente c’è un pescatore, su barca a remi che getta le reti la sera nella baia del Frascone, ritirandole all’alba. Lo sapevate? Certo che no ovviamente, beh adesso la sapete.

 

Provo rabbia e impotenza verso queste ingiustizie.

 

Il pescasub invece è un terrorista, al contrario delle migliaia di utenti che d’estate invadono come locuste tutto l’immaginabile a disposizione, urinando ( sicuramente come tutti in mare ) e lasciando rifiuti, organici e non, dappertutto. Addirittura, si invitano coloro che, fra gli eletti e aventi diritto, si immergono con le bombole a non appoggiarsi sul fondale per non danneggiarlo…che dire, l’immagine da implacabili naturalisti, i responsabili del Parco sono riusciti a crearla, il concetto che invece abbiamo noi del”volgo”, di loro, è ben altra cosa.

Capisco benissimo che codesti parchi sono un collettore enorme di fondi pubblici, che sono utili ad assumere personale zelante, che fanno da cassa di risonanza per il turista nordico il quale dice ( prima di venire in vacanza ): ” Azz… il Salento si sta reinventando in chiave ecologista”, salvo poi rimanere deluso per la monnezza presente su tutto il litorale, ma questo ammetto, non è colpa dell’Ente Parco. Tanto lo so, alla fine di un percorso di distruzione della fauna marina ad opera dei predatori Atlantici, troveranno una miserabile soluzione tipo permettere la pesca dalle barche in periodi “X” piuttosto che quella da riva in periodi “Y” per ristabilire gli equilibri marini, quando sarà troppo tardi.

Non so se i responsabili del Parco ( a proposito, che qualifiche avevano per essere assunti, sono biologi? Sono esperti di flora e fauna? Ma chi sono?Vorrei tanto leggere i loro curricula, visto che sono pagati anche con i miei soldi ) sono a conoscenza dei cambiamenti nei periodi d’accoppiamento dei pesci. Non ci sono più e, spero tanto lo sappiano i saccenti capintesta i montoni di muggini o di orate o ricciole, ormai si vedono gruppuscoli di minutaglia che tentano di accoppiarsi per dare un senso alla loro insulsa esistenza di carne viva.

Vorrei citare un esempio, mutuato da una Rivista di pesca, che ritengo essere esplicativo, magari serve ad aprire le menti dei passacarte che volgarmente chiamiamo Dirigenti del Parco. La quantità dei polpi presenti sulla costa è rimasta quasi invariata, rispetto a quando ero ragazzo, perchè la pesca industriale nulla può contro le sicurissime tane di questi cefalopodi, da riva possono essere presi solo con le polpare, salvo poi usare olio lubrificante per “cristallizzare” la superficie del mare e vedere il fondo.

Cosa si evince da questo dato? Ve lo spiego io, perchè voi avete dei limiti: la pesca subacquea è quella che produce meno danni fra tutte. Anche ammesso che uno si venga a trovare, per una volta nella vita in un montone di pesce quanto danno potrà mai apportare all’ecosistema, al contrario delle reti a circuizione, della pesca professionale o quella non selezionante? Immagino benissimo, quando l’area sarà allargata anche allo specchio d’acqua di Portoselvaggio, quanti permessi di pesca saranno concessi ai professionisti, sia di S. Caterina, che sono quelli che mi preoccupano di meno, che di Porto Cesareo, che punteranno i piedi e sicuramente si faranno rispettare

. Ai pescasub no, è chiaro.

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