Un diritto naturale ed inviolabile,sancito solennemente dall’art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, promossa dall’ONU e firmata da tutti gli Stati membri a Parigi il 10 dicembre 1948. Un diritto, quindi, sacrosanto, di cui i candidati al nuovo Consiglio e alla Presidenza regionale devono farsi carico, studiando ed elaborando per tempo programmi e progetti seri, realistici, compatibili con le effettive risorse del nostro territorio, evitando di ostentare una sensibilità ipocrita, ma dimostrando di possedere volontà e mezzi necessari per tradurre la loro solidarietà in provvedimenti ed atti concreti .
La nostra Città, insignita della Medaglia d’oro al Merito Civile nel 2006 per la sua generosità, l’encomiabile abnegazione e l’efficiente assistenza garantita ai profughi ebrei liberati dai campi di sterminio nazisti, ebbene proprio Nardò, ”che aveva dato prova dei più elevati sentimenti di solidarietà umana e di elette virtù civiche”, per una assurda ironia della sorte, nel 2012 si è vista catapultare agli onori della cronaca nazionale per “meriti” diametralmente opposti: atti e comportamenti violenti,lesivi della dignità degli immigrati.
Ovviamente non intendiamo mettere in discussione l’operato della Magistratura per l’intollerabile comportamento di qualcuno, né vogliamo giustificare il deplorevole silenzio della nostra Amministrazione comunale,che, al contrario di quella regionale, alla vigilia del processo ha preferito non costituirsi parte civile.
Avvertiamo, però, prepotente l’obbligo morale di scindere le indiscutibili colpe e responsabilità dei singoli, privati e non privati, da quelle gratuite, presunte, assolutamente infondate,estese alla stragrande maggioranza della comunità cittadina, offesa, oltraggiata dai media nazionali, che hanno infierito e bollato i cittadini di Nardò, quasi fossero una massa di autentici criminali, dimenticando ed ignorando la loro storia, la loro cultura, la loro natura e la loro riconosciuta generosità ed ospitalità verso i deboli ed i bisognosi.
Ebbene, proprio alla luce di queste tristi esperienze del recente passato riteniamo che sul problema degli immigrati i candidati al Consiglio regionale e gli stessi candidati governatori abbiano il dovere di illustrare con chiarezza i loro programmi relativi all’alloggio, all’assistenza medica, al lavoro, alla sicurezza sociale, che, ovviamente, vanno concordati, conciliati ed integrati d’intesa con le Amministrazioni Comunali.
NON SI PUÒ,INFATTI, NÉ SI DEVE TOLLERARE CHE ANCORA UNA VOLTA IL PROBLEMA IMMIGRATI SIA AFFRONTATO IN TEMPI, TERMINI, MODI E CON PROVVEDIMENTI DI EMERGENZA, ESCOGITANDO ALL’ULTIMO MOMENTO STRATEGIE E SOLUZIONI PASTICCIATE E NON CONDIVISE A LIVELLO SOCIALE, POLITICO E CONSILIARE.
I futuri consiglieri regionali ed il nuovo governatore non devono ignorare che ad una immagine buonista degli immigrati, considerati da alcuni cittadini una risorsa aggiuntiva e talvolta insostituibile per la nostra economia, soprattutto agricola, si oppone un’altra immagine meno indulgente, meno comprensiva di altri cittadini, fondata sulle riserve mentali, sulla diffidenza e sulla paura che gli immigrati possano costituire un potenziale, reale pericolo per la nostra sicurezza personale e sociale.
Un timore, in verità, giustificato, perché, laddove non vengano assicurate a questi infelici adeguate strutture recettive, qualora agli immigrati non vengano garantite le risorse necessarie per una vita dignitosa, il bisogno impellente potrebbe agire da cattivo consigliere, spingendo questi esseri umani poveri e infelici ad accettare proposte criminali, che li renderebbero facili prede di uomini senza scrupoli, che potrebbero utilizzarli come manovalanza per le loro scellerate imprese.
Ovviamente con queste nostre riflessioni non intendiamo giustificare i piccoli e grandi misfatti compiuti dagli immigrati , vogliamo solo sottolineare il pericolo reale del problema “immigrazione”, che non può essere risolto senza la sensibilità, la disponibilità, il coinvolgimento, gli inevitabili sacrifici di tutti i Paesi ricchi e meno ricchi del pianeta.
Nessun Paese,infatti,nessun Continente da solo può offrire un lavoro, la necessaria assistenza ed i servizi indispensabili a questi emarginati la cui unica colpa pare che sia quella di essere nati in una parte del nostro pianeta Occorre, pertanto, uno sforzo congiunto, sinergico di tutti gli Stati del mondo, ognuno ovviamente in proporzione delle sue possibilità.
Questo sforzo immane, però, che imporrebbe sacrifici a tutti, presuppone una cultura della solidarietà, che nella civiltà occidentale, fondata sul successo, sull’interesse, sul profitto personale e di parte, fa fatica a decollare ed andare oltre i buoni propositi, le formali promesse, i proclami solenni e di circostanza.
D’altra parte, però, bisogna convincersi in fretta che alzare barriere impenetrabili, condannare gli scafisti, distruggere prima della partenza le loro carrette del mare che trasportano milioni di infelici verso un sogno insopprimibile di libertà, di pace, di benessere, non basterà a fermare questa autentica marea montante di esseri umani pronti a tutto, anche a perdere la vita, perché quella fino ad allora sperimentata non è degna di essere vissuta.
Fino ad oggi, purtroppo, non ci risulta che qualche candidato al Consiglio Regionale della Puglia, abbia dimostrato sensibilità concreta verso questo problema, avanzando proposte degne di attenzione.Ovviamente il loro silenzio è comprensibile, perché dettato da una prudenza ed un opportunismo politico, imposti dalle diverse valutazioni, dai differenti giudizi, non tutti positivi, espressi dalla gente comune sugli immigrati.
Il loro silenzio, quindi, è comprensibile, lo ribadiamo, ma non si può dire che faccia loro onore, laddove si sia convinti che gli uomini politici hanno il dovere di illustrare in modo chiaro e completo le loro idee, le loro proposte ed i loro programmi relativi ai problemi più gravi del Paese, in modo da consentire agli elettori di fare delle scelte consapevoli.
Occorre, in particolare, ricordare che la Puglia è una regione di frontiera, che non può ignorare, né differire la soluzione del problema “immigrati”, che va affrontato con la dovuta serietà e la massima urgenza, sensibilizzando e coinvolgendo tutte le Istituzioni a livello locale nazionale ed internazionale.
È in pericolo la nostra sicurezza, il nostro piccolo- grande benessere, la nostra stessa vita. Queste migliaia di esseri umani che nel nostro Comune hanno finora occupato terreni per bivacchi all’aperto, per ora si limitano a bussare alla nostra porta. Se noi non apriremo, se resteremo sordi alle loro grida di aiuto, non busseranno in eterno, ma finiranno con l’abbattere la barriera che abbiamo eretto a difesa del nostro “presunto”esclusivo benessere. E per tutti noi sarebbe la fine, saremmo costretti a cedere alla violenza quanto non siamo stati capaci di concedere alla giustizia.
IL COORDINATORE
F. FIORITO