LECCE- L’ecotassa rischia di diventare un boomerang per la Regione Puglia, che potrebbe dover restituire ben 20milioni di euro ai municipi leccesi.

È l’effetto del provvedimento disposto dal Tar di Lecce, dopo il ricorso di 51 Comuni, tra cui il capoluogo e quelli più popolosi (Nardò, Maglie, Casarano, Gallipoli), che hanno trascinato in giudizio la Regione Puglia.

 

Difesi dall’avvocato Luigi Quinto, hanno ottenuto dal Tar la rimessione della legge regionale relativa all’ecotassa alla Corte Costituzionale. Sarà quest’ultima a stabilire se è conforme o meno alla normativa nazionale quella pugliese, che esclude l’abbattimento dell’80% del tributo per quei Comuni che conferiscono in discarica solo “scarti e sovvalli di impianti di selezione automatica”, come invece previsto nella legge finanziaria del 1995.

 

In realtà, il nodo principale è già stato risolto dai giudici di via Rubichi: secondo la Regione, infatti, quelli conferiti in discarica dai Comuni salentini non possono considerarsi scarti e sovvalli, ergo vanno tassati. Il Tar, invece, ha detto altro: solo in provincia di Lecce si realizzano trattamenti di recupero attraverso processi altamente specializzati. Dunque, poiché solamente il 33% dei rifiuti raccolti viene smaltito in discarica, è realizzato l’obiettivo della legge nazionale che prevede la premialità. Di conseguenza, la riduzione dell’ecotassa spetta ai Comuni della Provincia di Lecce indipendentemente dai livelli raggiunti dalla raccolta differenziata, criterio, invece, fatto proprio da Bari.

 

Ecco perché le carte in tavola ora sono completamente cambiate. Lunedì, per conto di tutti i Comuni, partiranno le richieste alla Regione di applicare nell’immediato l’ecotassa nella misura del 20 per cento. Cosa significa? Che al posto dell’attuale maggiorazione che oscilla tra i 7,50 e i 25 euro, dovrà essere applicata solo quella di 5 euro. Da quando? Dal 2009, data in cui sono entrati in funzione qui gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani. Alla luce di questo scarto, si valuteranno anche i rimborsi da chiedere a Via Capruzzi, per i municipi un tesoretto di oltre 20 milioni di euro. Alcuni sindaci hanno già dato mandato al legale per recuperare le somme.(trnews)

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