(AGI) – Roma, 27 lug. – L’Italia “continuera’ a battersi, con determinazione, affinche’ Massimiliano Latorre possa restare in Italia e Salvatore Girone vi possa rientrare al piu’ presto”.
E’ quanto ha assicurato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell’undicesima conferenza degli ambasciatori alla Farnesina. Un impegno confermato dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il quale ha garantito che il governo difendera’ le ragioni dei due maro’ in tutte le sedi internazionali che l’Italia ha deciso di attivare.
Mattarella e’ intervenuto in un momento delicato della vicenda dei due fucilieri di Marina, accusati di aver ucciso, il 15 febbraio del 2012, due pescatori indiani scambiati per pirati, mentre si trovavano in missione di scorta armata a bordo della petroliera Enrica Lexie, a largo delle coste dello Stato del Kerala.
Maro’: giurista Cannizzaro, ad Amburgo decisivo nodo competenza
L’Italia ha deciso di attivare l’arbitrato internazionale sul caso dei due fucilieri e il prossimo 10 agosto e’ stata fissata la data dell’udienza cautelare di fronte al Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo (Itlos) che sara’ presieduta dal presidente della Corte Vladimir Glitsyn. New Delhi ha gia’ annunciato che si opporra’, contestando al tribunale la sua stessa giurisdizione “perche’ solo l’India ha la facolta’ di perseguire crimini avvenuti nel Paese”, aveva annunciato ieri il procuratore aggiunto generale indiano P.S Narsimha, che rappresentera’ il Paese ad Amburgo.
L’India “contestera’ all’Italia anche di non aver esperto tutte le procedure legali previste (dalla legge indiana), prima di invocare la giurisdizione dell’Itlos, che per New Delhi e’ solo uno dei quattro forum che possono valutare dispute internazionali. Il procuratore indiano contestera’ anche che “non ci sono circostanze convincenti per autorizzare qualsiasi misura provvisoria”, quali il ritorno di Girone in Italia e la permanenza per tutta la durata dell’arbitrato di Latorre nel nostro Paese, come chiesto da Roma.
Nel ricorso all’Itlos le autorita’ italiane ripercorrono nel dettaglio la vicenda e sottolineano che dalla petroliera Enrica Lexie furono sparati solo “colpi di avvertimento”, quando una piccola imbarcazione “non identificata” fu avvistata mentre era “in rotta di collisione” con la nave. “Un modus operandi previsto per un attacco di pirateria”, ma che si concluse, secondo l’Italia, con l’imbarcazione che “inverti’ la rotta, dirigendosi verso il mare aperto”.