Nardò 2 sett:_ Centro Studi ” Salento Nuovo” Lucio Tarricone_ Tristezza e pena. Queste parole esprimono lo stato d’animo nel leggere i soliti megamanifesti a firma di “Pippi Mellone, Sindaco di tutti”.
Manifesti con i quali propaganda la “donazione” di 5000 euro dello stipendio percepito in un anno per la carica sindacale ricoperta ad una “associazione di volontariato”.
Non cè limite al peggio. Pur di far parlare di sè e accreditarsi di una verginità politica che non esiste si “lucra” sulla povertà e sui disagi della gente.
E ciò che rende squallida la vicenda, che di per sè poteva rappresentare un gesto nobile e di alta sensibilità istituzionale, è non solo la pubblicizzazione della “carità ai poveri” ma anche il tentativo di confondere l’opinione pubblica ,non sappiamo quanto artatamente, su chi dovrà provvedere a elargire e sotto quale forma i 5000 euro “donati”. O meglio.
A provvedere alla “carità” dovrebbe essere una Associazione denominata”Io ho quel che ho donato”. “Io ho quel che ho donato” è un progetto di solidarietà organizzato dall’organizzazione CasaPound , organizzazione che è ben nota per le idee di estrema destra. A Nardò si sarebbe costituita una associazione politico culturale “Io ho quel che ho donato” riconducibile a militanti e/o simpatizzanti di CasaPound.
Quindi a provvedere a identificare le “famiglie bisognose” non sarà una organizzazione di volontariato libera da condizionamenti politici ma una organizzazione connotatta politicamente.
A destra. Comportamento vergognoso e inaccettabile per il primo cittadino di una Città. Ancor di più se il Sindaco non dichiarasse ad ogni occasione di essere un “Nè Nè” ovvero di non avere idee “nè di destra nè di sinistra”. Sarebbe il caso che rendesse pubblici i dati relativi alla associazione in questione e su come verranno utlizzati i fondi da lui “donati” e sui motivi che lo hanno portato a fare questa scelta.
E magari informasse anche i neretini sulle forme di finanziamento della attività politica sua e del movimento che lo sostiene……
Forse è chiedere troppo a un “Nè Nè”.