(AGI) – Roma, 7 mag. – Seduta interrotta due volte, grillini incatenati ai banchi, alla fine la fiducia al governo: giornata di ordinario folklore a Palazzo Madama, dove da mesi ogni tanto capita di vedere manifestazioni… di protesta molto colorite, soprattutto da parte del Movimento Cinque Stelle. Oggi era in votazione il decreto lavoro.Decreto torna il aula alla Camera il 12 maggioCon decisione anche questa quasi abituale (e’ la sesta volta in quattro mesi) il governo Renzi pone la questione di fiducia.
O passa cosi’ com’e’ o il Senato decreta la fine del governo e forse della legislatura. Il fatto e’ che tra le norme ve ne sono diverse considerate punitive o quasi, da parte delle opposizioni e di una parte del Pd, nei confronti del lavoratore. E estremamente favorevoli per i datori di lavoro.Bene, quando viene annunciato che l’esecutivo chiede la fiducia scoppia la reazione dei grillini: saltano fuori delle catene, scattano i lucchetti e loro si legano ai banchi di legno che una volta furono di Crispi e di Giolitti. Proteste anche da parte di Sel. Se i grillini indossano delle magliette con la scritta “schiavi mai”, i senatori di Vendola alzano cartelli in cui si ricorda che “L’Italia era una repubblica fondata sul lavoro”. Poi si va alla conta, e vince la ragion di stato: maggioranza compatta, 158 voti a favore, 122 contrari e nessun astenuto.
Il Senato approva.Resta il clima intriso di campagna elettorale, e non solo perche’ M5S e Sel attaccano il governo nella persona del ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Anche Forza Italia, che pure ha votato con la maggioranza, opera i suoi distinguo. In quanto accaduto, sottolinea Anna Maria Bernini, “C’e’ tutta l’impotenza di un presidente del Consiglio che pretende di governare a colpi di slogan e slide”. L’altra notte, sulle riforme, il voto dei berlusconiani e’ stato fondamentale per evitare al governo una bocciatura sonora. Forza Italia adesso si pone come l’ago della bilancia.