Spett.le direttore dell’Ora. Leggo con amarezza quello che accade nella mia città e devo confessarle che mi trova d’accordo, valutando le diverse letture che si propongono sui social network come , purtroppo, la carta stampata ,il modo in cui l’onestà intellettuale venga meno in chi si prefigge di raccontare i fatti.
Vorrei esprimere un pensiero su quanto accaduto a quel “reso famoso”, bontà dell’informazione, ignaro edicolante del centro storico che alcuni giorni orsono li è stata sottratta la bicicletta. Elogio e condivisione per la celerità con cui gli organi di polizia della vicina, fisicamente parlando, questura si è prodigata a “ritrovare” il maltolto, meno simpatico è stata la faciloneria con cui i soliti “amanuensi” hanno riportato i fatti.
Conoscendo il signore in questione mi è parso fuori luogo che l’articolo avesse preso una piega che definirei grottesca. Il presunto ladro che ruba per necessità e l’edicolante descritto come un facoltoso cittadino che si può permettere una bicicletta fiammante e per giunta costosa tanto da “istigare” azioni da codice penale.
Nulla di tutto questo mi risulta . Un cittadino che ha l’accortezza di far invecchiare benissimo un velocipede di sette anni, custodendolo con cura mi pare che non sia una colpa o forse si?. Si vuol far passare l’ignaro edicolante per un provocatore? Per uno che fomenta i meno ambienti tanto da farli scatenare le più recondite manifestazioni contro la parola libertà?.
Comprendo che probabilmente il lettore medio sia attratto da complotti, da espedienti grossolani ,da sete di pettegolezzi che fanno accrescere fuori misura i fatti nudi e crudi, ma arrivare a forzare la ragionevolezza per riscuotere a tutti costi consenso si rischia, come accaduto all’amanuense, di diventare poco credibile ma soprattutto ridicolo.
La ringrazio per la sua gentile disponibilità ad un eventuale pubblicazione .
Cordialmente P.F