Si è discusso quest’oggi in Commissione consiliare “Affari Generali” dell’istituzione, anche a Nardò, di un Registro comunale delle Unioni civili.

Un dibattito, quello odierno, frutto di una mozione consiliare a firma di alcuni consiglieri di maggioranza, presentata nell’aprile 2012 e a cui avrei volentieri apposto anche la mia di firma se solo fossi stato coinvolto.

Il Regolamento del Consiglio comunale neretino prevede che le mozioni presentate dai consiglieri debbano essere discusse nella seduta di Consiglio comunale immediatamente successiva alla presentazione. Peccato che dalla presentazione della stessa siano passati quasi due anni e mezzo.

Due anni e mezzo persi inutilmente.

 

Oggi, dopo le mie numerose sollecitazioni, una anche a mezzo di interrogazione consiliare, altre verbali e telefoniche, finalmente la discussione nel merito. Una discussione che ha portato alla preliminare approvazione all’unanimità dei presenti. Se ne riparlerà in Consiglio, sperando nel plenum dell’organo, per la definitiva approvazione.

 

Detto ciò, dal punto di vista procedurale e dopo aver sottolineato gli incredibili ed ingiustificati ritardi, ritengo doveroso spendere qualche parola relativamente al merito della questione. Il Registro Comunale delle Unioni Civili sarà utile ad avere una prima forma di riconoscimento per le coppie di sesso diverso e per quelle dello stesso sesso. Per quanto prettamente simbolico è un primo, importante segnale di civiltà. L’ennesimo caso – mi piace sottolineare – nel quale il mio movimento ha deciso di Andare Oltre ai pregiudizi archeologici di una certa politica conservatrice, spesso clericale , spesso clericale solo per convenienza, e sempre retrograda, che si è sempre opposta a queste forme di riconoscimento. Una politica che si è impadronita di etichette politiche come “destra” o “centro” o “sinistra”, col solo scopo di allevare elettori da usare alla bisogna.

 

I problemi nati dopo il ’900, a parere mio e del movimento che rappresento, non possono essere affrontati con categorie ideologiche. Dobbiamo necessariamente prendere atto che nella nostra società ci sono forme di convivenza e di unione non assimilabili alle famiglie. E questo è il primo modo per farlo concretamente.

 

Preannuncio, quindi, fin da ora il mio voto favorevole anche in Consiglio.

 

Pippi Mellone

Consigliere comunale

Comunità Militante

Andare Oltre

 

 

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