Sarparea_gate- La nostra, privilegiata, posizione di organo dì informazione libera e scevra da clientelismi dettati più dalla fame che da ideologie costruttive, ci permette di guardare con oggettività gli ultimi avvenimenti occorsi sui social network e annotare ,tramite il nostro portale, le opinioni di cittadini che hanno e non hanno a cuore questa città e il suo territorio.La democrazia partecipata mette a nudo questi punti di vista, tasselli apparentemente dissociati ma che incastonati formano un mosaico variopinto di usi e costumi dei neritini.
Colpisce le fazioni schierate in campo. Ambientalisti da una parte: fermi ,coraggiosi sostenitori di quella preservazione del territorio dalle speculazioni e dagli scempi perpetrati in anni di anarchia edilizia a danno della collettività e di cui difficilmente il tempo gli ha dato torto, anzi.
Un esempio per tutti è il Parco di Porto Selvaggio: pineta trapiantata nella macchia mediterranea a metà del secolo scorso in un luogo unico e irripetibile. Tormentato per un trentennio da interessi speculativi rivolti solo e soltanto a trasformare in peggio un polmone di verde di inestimabile valore per la collettività.
Basta guardarsi intorno al parco per rendersi conto di quanto prezioso sia stato il sacrificio di personaggi votati alla difesa di un bene comune.
Agglomerati urbani, le marine di Santa Maria al bagno e Santa Caterina ,cresciute e pasciute senza un piano regolatore adeguato ad un territorio che aspira a fare turismo. Il kaos sdoganato come fosse necessario, imperativo e vitale demolire la bellezza di 23 km di fronte mare.
Di altro spessore è la fazione degli interventisti progressisti a tutti i costi. Ammagliati dal denaro e da ideologie bislacche nutrite dal vedere il mondo piatto e non tondo.
Immuni dal concetto di ciclicità ovvero che tutto si trasforma in peggio quando a rimetterci è,apparentemente, la natura.
Definirli fatalisti sarebbe ingeneroso ma hanno i “loro buoni motivi” se ponderano costruzioni inutili, visto la presenza sul territorio di un abnorme metratura di cemento,seconda sola alla costa amalfitana, che insistono a chiamarlo benessere. Francamente ci vuole un immaginazione fuori dal normale per comprenderli.
Quindi benessere transitorio, aggiungiamo, se poi il frutto degli investimenti con capitali stranieri emigrano il paradisi fiscali a vantaggio di pochi. Definirli allocchi appare quasi un complimento ma sappiamo che alimentano i conti in banca di volpi indigene dalle targhette di ottone ben lucide.
Di altra pasta,poi, sono quelli della corrente di mezzo. Navigati filantropi per fini biechi, machiavellici tuttologi che non si risparmiano dopo “la festa a gabbare lo santo”… dalla proverbiale faccia di bronzo rinnegano i loro trascorsi storici:politici della vecchia scuola clientelare a cui l’oggi regala argomentazioni, ai loro detrattori, succulente e per condannarli per il “male_lavoro” dipanato sotto il loro potere temporale. Erano loro a governare mentre prendevano forma le varie brutture e incompiute presenti sul territorio che appaiono mausolei di incapacità a perenne ricordo (!).
Eppure, come direbbe Galileo Galilei, si muovono con le loro proverbiali abilità di incantatori di serpenti nel marasma di ignoranza che abbonda nei loro stessi elettori ammagliati dalle loro acrobazie circensi.
Omuncoli Organizzati a disorganizzare a coltivare il clientelismo, in tutte le sue forme e le sue sfaccettature ma sempre in auge quando su un territorio si cerca di improvvisare e di speculare sul bene comune …Sarparea docet? ….