O Nel 2013 veniva sottoscritto dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dal Direttore Generale della ASL di Lecce Valdo Mellone e dal Sindaco di Nardò Marcello Risi, il Protocollo di Intesa che sanciva la nascita del Poliambulatorio di 3° livello all’interno della struttura dell’ex Ospedale di Nardò. Un progetto ambizioso!
Si stabiliva infatti che esso avrebbe interessato un bacino di utenza di 150.000 abitanti, quando invece il Piano Regionale della Salute prevedeva 1 centro di 3° livello ogni 400.000.
Svista, mancanza di visione strategica o… altro?
Un centro di 3°Livello avrebbe portato con se l’impegno ad investire sull’ex ospedale di Nardò importanti risorse economiche e di personale.
Questo sarebbe peraltro stato in linea con la filosofia del “più territorio – meno ospedale”, che a fronte di massicci investimenti avrebbe, in una economia di scala, permesso di realizzare enormi risparmi in termini di ospedalizzazioni.
In caso contrario si sarebbe trattato solo di sprechi e di risorse male impiegate.
I Poliambulatori si caratterizzano per la diversa tipologia delle prestazioni.
Per il Poliambulatorio di Nardò erano previste le seguenti tipologie di intervento:
– Prestazioni del 1mo livello (cardiologia, oftalmologia, otorino, dermatologia, endocrinologia, pneumologia, centro prelivi);
– Prestazione del 2do livello( radiodiagnostica, ecografia, gastroenterologia, ortopedia, medicina interna, geriatria, reumatologia, urologia, neurologia, allergologia, medicina fisica e riabilitativa, ostetricia e ginecologia, odontoiatria, neuropsichiatria infantile ,oncologia, diabetologia, chirurgia generale);
– Per ottenere un poliambulatorio di 3°livello ai primi due si deve sommare anche Tac- Diagnostica senologica, RMN e Laboratorio di Analisi Territoriale.
Si può facilmente notare come la distinzione tra un 2° ed un 3° livello, oltre alla diagnostica per immagini più completa, è data proprio dalla presenza del Laboratorio di Analisi, tolto il quale e lasciando il solo centro prelievi, così come si sente dire!!, ed in assenza della RMN, il poliambulatorio è automaticamente declassato, di fatto e di “diritto” dal 3° al 2° livello.
Ora, immaginare che un Centro così depotenziato possa gestire il Day Service chirurgico, che è il punto più alto della mulidisciplinarietà assistenziale, voluto dal Ministero della Salute ed applicato dalle Regioni e dalle ASL, per affrontare -in sicurezza – tutti quegli interventi per i quali il ricovero è inappropriato, è semplicemente folle.
E pensare che la Regione ha aggiunto, nel giugno u.s., molte, davvero tante!, nuove patologie, a quelle da trasferire al regime di Day service chirurgico.
Dove sia l’ipocrisia non è dato di sapere: se è nella Regione che scrive un bel libro dei sogni a Bari, oppure se è qui da noi ( Direzione Generale ASL e Sindaco) che non sanno affrontare e dare seguito agli impegni sottoscritti… o peggio, se si fa solo finta di farlo, con la malcelata idea di illudere la popolazione per poi chiudere baracca e burattini appena le condizioni politico/elettorali lo consentono.
Forse è quest’ultima, la vera chiave di lettura?!
In quest’ottica si può ipotizzare che le prestazioni di chirurgia ambulatoriale “complessa” ,
torneranno ad effettuarsi negli ospedali, diversamente da quanto disposto dal Ministero della Salute e dalla Regione Puglia e diversamente da come sottoscritto dal Protocollo d’intesa.
In tal modo si sta “programmando” la lenta, scientifica e raffinata agonia dell’ex ospedale di Nardò , cui era stato, sulla carta, demandato tale ruolo ed al quale, invece, oltre a non implementarlo gli stanno piano piano tagliando i servizi.
Questo sta accadendo sotto i nostri occhi con la chiusura definitiva del Laboratorio di Analisi, ridotto a mero centro prelievi e con la mancata implementazione della Radiologia come previsto per un Poliambulatorio di 3° ( sic !!…2°) livello.
A nulla valgono l’impegno profuso dai professionisti sul campo con gli oltre 800 interventi eseguiti nelle 2 sale operatorie nel 2013 ( cataratte, ernie inguinali, ernie ombelicali, artroscopie di ginocchio, tunnel carpali ed i circa 300 interventi di prelievi ovocitari e prelievi di tessuto testicolare per il centro PMA).
Interventi resi possibili e sicuri grazie alla dovuta ed esistente presenza di una rete di servizi
( Cardiologia, Radiologia, Laboratorio analisi oltre ovviamente all’Anestesia).
Un centro che potenzialmente e con poche risorse aggiuntive di organico e di strumentazione, ma con un po’ più di impegno e sostegno delle istituzioni preposte, potrebbe più che raddoppiare tali prestazioni.
Solo la dislocazione logistica della chirurgia minore, ambulatoriale, presso altre strutture, come l’ex ospedale di Nardò, crea per esse una potenziale nuova “mission”, con tutte le ricadute posititive che la stessa porta con se, a patto, come detto, che si creino i presupposti per farla crescere.
Quando sarà dato il colpo di grazia all’ex ospedale di Nardò?
Chiediamo al Sindaco, sottoscrittore del protocollo d’intesa in nome e per conto di tutti i Neretini, di intervenire presso la Direzione della ASL e della Assessorato Regionale della Salute al fine di far rispettare quanto deciso e di impedire che venga dato il colpo mortale al nostro ormai ex ospedale ed alla nostra richiesta di tutela della salute.
Mino FRASCA