A bocce ferme, o quasi, a valle delle elezioni regionali, con il popolo ancora anestetizzato dalle false promesse che guarda sgomento con una lacrima sul viso un cellulare che non squillerà più.Nessuno di coloro che gli ha momentaneamente adottati li cercherà più “orfani” almeno fino alle prossime elezioni. Che squallore!

 

Il tema è la condotta sottomarina. Un esempio di cattiva politica figlia di brutte abitudini mai sopite in questa città.

La partita ovviamente per Risi e la sua giunta non è ancora chiusa come si vuol far credere, sarà in Consiglio Comunale che si svolgerà l’atto finale, dove grazie al voto dei consiglieri e all’indirizzo politico che i vari soggetti interessati daranno a questi ultimi, si vedrà poi quali e quanti SI daranno mandato allo stesso sindaco di firmare il famigerato protocollo d’intesa.(N.d.R)

 

 

Non posso che iniziare con un appello al nuovo governatore di Puglia questo intervento, che, dopo la riunione-fuffa della commissione ambiente del Comune di Nardò, m’accingo a fare a titolo personale,Il tema all’Ordine del Giorno è stato quello dell’annosa questione della fogna nelle marine, dello scarico a mare e del collettamento da Porto Cesareo. La riunione, caratterizzata da interventi poco pregnanti, vacui e spesso inesatti nella sostanza, oltre che nei riferimenti tecnici, ha portato – a parer mio – ad un nulla di fatto.

 

Rimane in piedi, quindi, la bozza di “Protocollo d’Intesa” che il Sindaco e la Giunta intendono siglare.

Un protocollo che, a parer mio, potrebbe essere accettabile se non fosse gravato dalla reiterata inattendibilità dei contraenti, dall’insufficiente riferimento al riuso per irrigazione e dalle poche garanzie tecniche e di copertura.

Un protocollo che, quindi, sancisce una sconfitta politica e morale per la città:

in cambio della servitù al comune di Porto Cesareo, infatti, si ottiene solo la “garanzia” di una depurazione avanzata (tabella 4) e la fogne nelle marine, quest’ultima già prevista fin dal 2012 e mai realizzate!

(Confronta: http://www.aqp.it/portal/page/portal/MYAQP/Trasparenza/Cantieri “Estensione del sistema idrico integrato agli agglomerati costieri di S. Caterina, S. Isidoro, S. Maria al Bagno, Torre Inserraglio, Torre Squillace. Completamento della rete fognante nella località di Santa Maria al Bagno del Comune di Nardò che, a causa della variata consistenza del tessuto e dell’intero assetto viario, risulta non del tutto sufficiente in alcune zone per la raccolta delle acque reflue. E’ prevista la realizzazione di tronchi fognari per una lunghezza complessiva di circa 3.889 metri lineari in PVC DN 200. Costo complessivo : € 1.168.284 – Inizio cantiere: 10 maggio 2012”)

Non risulta che – ad esempio – il Comune di Porto Cesareo abbia acconsentito all’allargamento dell’Area Marina Protetta alla zona di Porto Selvaggio (protetta a terra ma non a mare); non risulta che AQP, Arpa, Regione ecc. abbiano elaborato un progetto di recupero del Canale Asso, attualmente avvelenato da scarichi fognari provenienti da una trentina di comuni, che s’insinuano nella falda principalmente attraverso la Vora delle Colucce, con risultati tragici e facilmente immaginabili.

Non risulta che sia stata progettata una condotta in grado di assicurare il raggiungimento del termoclino, ovvero di quella barriera naturale, dovuta alla differenza di temperatura tra lo strato superficiale e quello sottostante, che impedisce il passaggio in superficie dei nutrienti di origini profonde (e quindi anche dei reflui fognarie lì veicolati) e che metterebbe in sicurezza il resto della costa (da Santa Maria al Bagno a S. Isidoro ed oltre) rispetto al ritorno sottocosta di un fiume di reflui. Se è vero, com’è vero, che oggi il Comune di Nardò scarica sottocosta i reflui provenienti dalla sola città, altrettanto vero sarebbe, infatti, che se passasse il progetto, pur con i miglioramenti di qualità dei reflui, questo comporterebbe lo scarico di volumi enormi: alla stessa città di Nardò occorrerebbe aggiungere Porto Cesareo, i Villaggi turistici esistenti ed in costruzione e le migliaia di abitazioni nelle marine.

Insomma un vero e proprio fiume, per i quali una insufficiente condotta sottomarina potrebbe rivelarsi addirittura peggiorativa!

Ora è evidente quanto Nardò sia una città politicamente debole e conflittuale: lo ha dimostrato subendo porcherie di ogni tipo, dalle discariche alla chiusura dell’ospedale, e lo dimostra attraverso continui scontri intestini.

Proprio per quest’ultima ragione, nonostante ripetutamente sollecitato da più parti, ho evitato di intervenire sull’argomento in campagna elettorale: il territorio e l’ambiente non possono essere usati come una clava per l’effimera propaganda!

Ma, oggi, con lo SbloccaItalia pronto ad essere utilizzato come una pistola carica, messa alla testa della comunità cittadina e del nostro sindaco, costretto a scegliere tra un progetto teoricamente più leggero ed il probabilissimo commissariamento, che comporterebbe l’altrettanta probabile applicazione del vergognoso progetto iniziale, così come partorito da AQP, fatta salva una deviazione di percorso, io francamente non so più cosa fare!

Per questo faccio appello a Lei, Michele Emiliano, sindaco di Puglia, perché questa Città con il suo mare ed il suo territorio meraviglioso, non meritano di diventare la “fogna del Salento”.

 

Agostino Indennitate

cittadino di Nardò, già portavoce del movimento No Tub e componente del Comitato di Tutela del Paesaggio di Nardò

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