L’ecotassa è il tributo per il conferimento in discarica dei rifiuti per l’anno corrente; i comuni pugliesi potranno applicare l’aliquota del 2013 in presenza di due condizioni: abbiano conseguito a giugno 2015 un incremento nella raccolta differenziata del 5% in più rispetto al dato di novembre 2014 e che abbiano attivato le “best practice” previste nel Piano regionale dei rifiuti (ad esempio, riduzione della produzione di bottiglie di plastica attraverso l’installazione di distributori di acqua pubblica, etc). Inoltre i comuni che dimostrano di aver conseguito l’obiettivo della raccolta differenziata nella misura del 65% potranno applicare la tariffa di 5,17 euro per tonnellata.
In relazione al 2014 prevede inoltre per i comuni che non hanno raggiunto un incremento del 5% nella raccolta differenziata a giugno 2014 o del 6% a novembre dello stesso anno, la conferma dell’aliquota 2013 a condizione che riescano a raggiungere nel prossimo giugno un incremento del 7% in più rispetto al periodo settembre 2012 – agosto 2013 e abbiano anche attivato le best practice prima specificate.
Tale modulazione dell’aliquota di ecotassa, fatta eccezione per quei Comuni che negli ultimi mesi hanno avviato il porta a porta raggiungendo l’obiettivo di legge nazionale del 65%, è un premio per i Comuni inadempienti e incentiverebbe inoltre l’apertura di nuove discariche in una regione che, a causa del basso costo medio di conferimento, rischia di far aumentare lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, passato dal 59% (ISPRA 2011) al 67% (ISPRA 2013).
La penalizzazione economica dello smaltimento in discarica può contribuire non poco a far salire la percentuale di raccolta differenziata, la cui media regionale oggi è ferma al 27%, con soli 30 Comuni virtuosi e oltre 200 che non raggiungono nemmeno la soglia del 40%.
È singolare come la politica da una parte voglia evitare, attraverso la proroga o la rimodulazione dell’ecotassa che l’aumento dei costi di smaltimento possa incidere sui cittadini, dall’altra invece non riesca da anni a chiudere il ciclo dei rifiuti in Puglia con la costruzione dei necessari impianti per trattare l’organico differenziato a costi più bassi rispetto ad oggi.
Stabilire dei meccanismi spot che determinano in mesi specifici, vedi il mese di Giugno 2015, un aumento del 5% rispetto al mese di Novembre 2014 non risolvono la diminuzione tendenziale media annua del conferimento in discarica; ciò richiede, quindi, un intervento tecnico-politico urgente, necessario a determinare delle regole e dei meccanismi virtuosi che possano portare la Regione Puglia ad una risalita nella classifica nazionale delle percentuali di raccolta differenziata.
Tali regole, certamente, dovranno tener conto del sistema organizzativo dei singoli Comuni e relative ARO, ribaltando sui cittadini le premialità delle “buone pratiche ambientali”, eliminando definitivamente le “furbe pratiche ambientali” che rimandano i problemi e non li risolvono.
Cristian Casili
Portavoce alla Regione Puglia del MoVimento 5 Stelle
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