Continua senza sosta il lavorio delle forze del Partito Democratico, regionale e cittadino, intorno alla questione della condotta sottomarina che dovrebbe convogliare i reflui affinati di Nardò e Porto Cesareo.
La questione a breve arriverà in Consiglio comunale e già si intravedono le prime dichiarazioni di giubilo di esponenti della maggioranza, ma la situazione, nonostante il protocollo d’intesa, è ben lontana dall’essere definita.
Intanto dalla Regione circola da giorni una nuova versione progettuale che mette in discussione la realizzazione fisica del tubo, che porterebbe fino a 2 km dalla costa i reflui di Porto Cesareo e Nardò, e inserisce la realizzazione di un impianto di fitodepurazione, con il massimo riuso delle acque affinate.
Tale alternativa lascerebbe invariata sia la sezione degli investimenti, circa 8 milioni di euro per dotare le marine neretine di servizi fognari, sia la parte inerente la ristrutturazione di tutto il sistema depurativo.
Quindi niente “tubo” lasciando invariato lo scarico in battigia e conseguente divieto di balneazione per il tratto di costa interessato.
Da parte nostra continuiamo a sostenere che una corretta riutilizzazione delle acque reflue affinate in agricoltura è fondamentale, per le caratteristiche climatiche del nostro territorio e per contrastare l’impoverimento delle falde acquifere.
Inoltre siamo della convinzione che è necessaria una modifica del PTA (piano di tutela delle acque), per quanto concerne lo spreco derivante dallo sversamento in mare di acque affinate.
Invitiamo i rappresentanti del PD di far proprio il consiglio di mettere da parte la campagna elettorale spicciola e che con toni trionfalistici cerca di far passare l’allungamento del tubo come la panacea di tutti i mali.
I rappresentanti eletti devono occuparsi delle esigenze dei cittadini e di tutto ciò che gli stessi pretendono da anni.
Massimo De Marco
Marco Indraccolo
Cristian Casili – Consigliere regionale M5S