LECCE – La Xylella fastidiosa, il batterio killer che sta devastando gli ulivi secolari del Salento, rischia di mettere in ginocchio anche la produzione dell’olio di oliva, grande risorsa del territorio. A Gallipoli, una delle aree più colpite dal patogeno, il Comune è pronto ad attuare un piano per tutelare l’olio di oliva. E’ emerso nel simposio internazionale che ieri si è concluso a Gallipoli con oltre 200 scienziati.

IL CONFRONTO – Il tavolo di discussione, cui hanno partecipato oltre al sindaco Francesco Errico ed all’assessore alle Attività Produttive, Antonio Piteo, è servito per fare il punto della situazione su una problematica sempre più stringente per il territorio. «Il Comune di Gallipoli – ha spiegato l’assessore Piteo – attraverso il percorso di informazione e formazione che l’Antenna Pon R&C ha attivato, ha posto in essere un approccio che valuterà le cause nel contesto territoriale, approfondendo lo studio delle condizioni esterne alle piante che possono aver favorito la sindrome da disseccamento, dando innanzitutto priorità alle studio per la valorizzazione dell’olio d’oliva».

LA STRATEGIA – Nel corso del simposio, inoltre, è stata ribadita che la strategia posta in essere per il controllo dell’organismo nocivo da quarantena e già attivata negli Stati Uniti non porterebbe a nessun risultato definitivo riferito all’eradicazione. Estirpare e utilizzare pesticidi ed erbicidi in maniera massiva creerebbe un disagio peggiore dell’emergenza e in contrasto con le norme internazionali e le politiche comunitarie. «Si è dato invece atto – ha continuato l’assessore Piteo – che occorre avviare nuove linee di ricerca in grado tanto di “curare” la pianta quanto di mitigare i sintomi dell’infezione affrontando un approccio multidisciplinare al problema. Il Comune di Gallipoli ha ribadito nell’incontro la piena e convinta disponibilità a fare la sua parte perché, assieme agli operatori del settore e soprattutto agli esperti si possa dare una risposta positiva alla risoluzione di un grave problema che investe il nostro territorio». (Corriere del Mezzogiorno)