Ho seguito il questo periodo sui social network e sui giornali la drammatica questione del taglio dell’acqua nella 167. Non sono più residente nella 167, ma essendoci nato e cresciuto fino all’età di trent’anni, conosco perfettamente i disagi che i cittadini dei quartieri popolari sono costretti a vivere.
Il taglio del servizio idrico è un abominio in quanto priva di un bene fondamentale il cittadino. Ieri in piazza I maggio ho assistito ad una scena che dovrebbe far riflettere tutti, in particolare i politici locali, i dirigenti dell’Acquedotto Pugliese e quelli della Iacp, attori principali di questa vergognosa situazione.
Un furgone guidato dai dipendenti dell’Aqp è stato letteralmente circondato dai residenti del quartiere che dal 10 giugno costretti a vivere senza acqua nelle proprie abitazioni, nonostante la maggior parte degli stessi fosse in regola con i pagamenti.
I condomini chiedevano legittimamente spiegazioni della vergognosa situazione a operatori comunque incolpevoli, e solo la civiltà che contraddistingue i cittadini neretini ha impedito che la situazione degenerasse. L’emergenza idrica soffia sul fuoco della crisi economica che attanaglia le famiglie dei quartieri popolari neretini, e se le istituzioni non interverranno per risolvere il problema sussiste concretamente il rischio di un accentuarsi delle proteste.
Ho subito contattato i ragazzi di CasaPound Italia e di Andare Oltre che, rispettivamente con Pierpaolo Giuri e il consigliere Pippi Mellone, sono quotidianamente nel quartiere per cercare di dare voce ai cittadini e di risolvere il problema, ed anche oggi si sono messi a completa disposizione del quartiere. “Stranamente” assenti il resto dei rappresentanti del panorama politico di Nardò, fino a qualche tempo fa invece assidui frequentatori della 167, alla ricerca di voti in cambio delle solite promesse elettorali.
Antonio De Mitri
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